Lunedì, 16 giugno 2008
Mappa del nuovo mondo
Arcipelaghi
Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All'orlo della pioggia, una vela.
Lenta la vela perderà di vista le isole;
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un'intera razza.
La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di Elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.
Il gocciolio si tende come le corde di un'arpa.
Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia
e pizzica il primo verso dell'Odissea
(trad. Barbara Bianchi)
Map of the new world
Archipelagoes
At the end of this sntence, rain will begin.
At the rain's edge, a sail.
Slowly the sail will lose sight of islands;
into a mist will go the belief in harbours
of an entire race.
The ten-years war is finished.
Helen's hair, a grey cloud.
Troy, a white ashpit
by the drizzling sea.
The drizzle tightens like the strings of a harp.
A man with clouded eyes picks up the rain
and plucks the first line of the Odyssey
Epiloghi
Le cose non esplodono:
vengon meno, sbiadiscono,
come il sole sbiadisce dalla carne,
come la schiuma esala nella sabbia,
come il fulmineo lampo dell'amore
non ha un epilogo tonante,
muore invece con un suono di fiori
che sbiadiscono come fa la carne
sotto la pietra pomice sudante,
tutto concorre a dare questa forma
finchè restiamo soli col silenzio
che circonda la testa di Beethoven.
(trad. Gilberto Forti)
Endings
Things do not explode,
they fail, they fade,
as sunlight fades from the flesh,
as the foam drains quick in the sand,
even love's lightning flash
has no thunderous end,
it dies with the sound
of flowers fading like the flesh
from sweating pumice stone,
everything shapes this
till we are left
with the silence that surrounds Beethoven's head.
da Derek Walcott, "Mappa del nuovo mondo", Adelphi 1992.
Derek Walcott è nato nei Caraibi nel 1930. Nel 1992 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura. Dice di sè, con la voce di uno dei suoi personaggi: "Io sono solamente un negro rosso che ama il mare, / ho avuto una buona istruzione coloniale, / ho in me dell'olandese, del negro e dell'inglese, / sono nessuno o sono una nazione". Dice di lui Josif Brodskij: "Walcott non è un tradizionalista, nè un "modernista". A lui non si adatta nessuno degli "ismi" disponibili e degli "isti" che ne conseguono. Non appartiene a nessuna "scuola": non ce ne sono molte nei Caraibi, se si eccettuano quelle dei pesci. Si sarebbe tentati di chiamarlo un realista metafisico, ma il realismo è metafisico per definizione, così come vale l'inverso. E poi, è un'etichetta che saprebbe troppo di prosa. Walcott può essere naturalista, espressionista, surrealista, imagista, ermetico, confessionale - a scelta".
La sua ultima opera edita in italiano da Adelphi, un libro complesso e articolato come un affresco, è "Il levriero di Tiepolo", di cui è possibile leggere un testo e una nota di Ottavio Rossani qui.
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