Ad integrazione del post precedente, alcune interessanti video intervistea Giorgio Caproni, tratte dalle Teche RAI, una delle quali proprio sull'ispirazione del Passaggio di Enea. Ringrazio Antonio Fiori della segnalazione. (necessita dell'installazione di Microsoft Silverlight, scaricabile qui)
Dall’ombra all’ombra: variazioni percettive, alterazioni cromatiche, mutazioni temporali, mutamenti interiori. La fluidità del senso non si lascia mai arrestare: trapassa nei flussi della voce che lo enuncia e nella cui grana si incarna, si trasfigura in petali declinati in irriducibili movenze del rosso: magmi carminio, carni porpora, fiamme scarlatte, ondivaghi tessuti. Calligrafie enigmatiche – ulteriori varchi – affiorano, trascolorano, vaniscono. Una frase musicale di viola, bianca di bruciata passione, arabesca l’ultima declinazione in alba del cuore. (nota da www.frattaroli.eu)
L’opera
video che Rita Florit, scrittrice e autrice di video, ha realizzato
insieme ad Enrico Frattaroli, autore di opere teatrali, acustiche e
visive, rappresenta lo scorrere del sangue attraverso i vasi sanguigni
sovrapponendolo al fluire stesso del mondo, della natura e dei pensieri
umani.
Si tratta di un lavoro semplice quanto incredibilmente solenne, che
rimanda all’eco delle più antiche culture, in particolare alla
giapponese, grazie agli ideogrammi che compaiono rosso su rosso nella
creazione della suggestione di uno scorrimento fluido simile a quello
di un panneggio di sostanza organica. Il rapporto costante tra micro e
macro permette allo spettatore di entrare e uscire, di sentirsi parte
in causa e di vedersi, allo stesso tempo, come dal di fuori. Ma se
l’immagine rimanda decisamente alla cultura orientale, il testo e la
voce recitante assumono la valenza costante di un’eco proveniente dal
passato, dal rimosso, un dimensione di costante evocazione. (nota di Francesca Pietracci da melangearte.splinder.com)
Da vedere anche l'intensa nota di lettura che ne ha fatto Alfredo Riponi (v. qui)
Se é arrivato,ormai, il giorno di ritirare l’ancora dal tempo,
Parte una nave, da questo porto, che va all’ignoto,
Percorre la sua strada come se avesse passeggero nessuno
In quella partenza non si saluta ne con un fazzoletto ne con la mano
Per questo viaggio, coloro rimasti sul porto, sono tristi
Per tanti giorni guardano l’orizzonte i loro occhi lacrimosi
I cuori sono disperati. Questo ne é l’ultimo nave che se ne va
E neanche é l’ultimo lutto della vita nostalgica.
Amanti ed amati in questo mondo aspettano invano
Non sanno che amorosi partiti non torneranno
Tanti di quelli partiti sono felici del loro alloggio:
Sono passati tanti anni; non c’é nessuno che torna dal suo viaggio.
SESSIZ GEMI
Artik demir almak günü gelmisse zamandan,
Meçhule giden bir gemi kalkar bu limandan.
Hiç yolcusu yokmus gibi sessizce alir yol;
Sallanmaz o kalkista ne mendil ne de bir kol.
Rihtimda kalanlar bu seyahatten elemli,
Günlerce siyah ufka bakar gözleri nemli.
Biçare gönüller. Ne giden son gemidir bu.
Hicranli hayatin ne de son matemidir bu.
Dünyada sevilmis ve seven nafile bekler;
Bilmez ki, giden sevgililer dönmeyecekler.
Bir çok gidenin her biri memnun ki yerinden.
Bir çok seneler geçti; dönen yok seferinden
Videocomposizione e regia: Marcantonio Lunardi (www.marcantoniolunardi.it)
Voce: Ilaria Sabbatini
Testo: Nave silenziosa di Yahya Kemal Beyatli, da "Nostra celeste cupola", a cura di G. Bellingeri - Ariele, 2005
Suono: rielaborazione di un brano originale sufi a cura di M. Lunardi
Ringrazio Marcantonio Lunardi, videomaker e documentarista freelance, per la sua amichevole disponibilità.
Sempre a proposito di Umberto Saba, ho rinvenuto sul sito di RaiLibro un interessante articolo sulle "Cinque poesie sul gioco del calcio" - che avevo già citato in questo blog - con file video allegato in cui il poeta ne legge quattro.
dall'articolo: "(..)Il video che proponiamo rende pienamente merito all'autore. Saba legge quattro delle "Cinque poesie" (manca Fanciulli allo stadio). Lo fa in casa sua, sul tavolo di cucina, col libro aperto davanti a una caffettiera, in vestaglia da casa, con la finestra alle sue spalle chiusa per esigenze di ripresa televisiva.
Pochi capelli fuori posto, la barba non fatta di alcuni giorni, gli occhiali che evidenziano un leggero strabismo, la voce resa ancora più stridula dall'età: se un'immagine di Saba si poteva avere migliore di questa, sarebbe stato difficile da trovare. Un'immagine profondamente inquietante. Basti provare, per confronto, a paragonarla a tanti letterati "di successo", di oggigiorno e anche del passato, a tanti dei volti che noi stessi di RaiLibro abbiamo raccolto nei nostri ritratti. Quanta distanza dai loro lettori esprimono quei volti rispetto a questo di un uomo anziano che espone se stesso in maniera così piana, senza barriere.(..)"
L'articolo è reperibile qui. Il video, in formato .ram, necessita di Real Player. Il copyright di tutto il materiale è della Rai.