Riprendo dopo circa tre anni un’autrice del tutto inedita in Italia, Jane Kenyon, che può essere ascritta a quella linea intimista e confessionale, categoria sotto molti aspetti generica e discutibile a cui appartengono autrici come Sylvia Plath e Anne Sexton. Una poesia di piccole occasioni, minimalista, in cui la natura, gli alberi, gli animali sono spesso presenti, e in cui costantemente serpeggia, anche quando non è nominata, la malinconia e la depressione, protagonista qui della prima poesia. Pubblico, in una mia traduzione, cinque testi provenienti da raccolte diverse. Trovate altre poesie e note bio-bibliografiche nei post precedenti qui e qui
Briefly It Enters, and Briefly Speaks
I am the blossom pressed in a book,
found again after two hundred years. . . .
I am the maker, the lover, and the keeper. . . .
When the young girl who starves
sits down to a table
she will sit beside me. . . .
I am food on the prisoner's plate. . . .
I am water rushing to the wellhead,
filling the pitcher until it spills. . . .
I am the patient gardener
of the dry and weedy garden. . . .
I am the stone step,
the latch, and the working hinge. . . .
I am the heart contracted by joy. . .
the longest hair, white
before the rest. . . .
I am there in the basket of fruit
presented to the widow. . . .
I am the musk rose opening
unattended, the fern on the boggy summit. . . .
I am the one whose love
overcomes you, already with you
when you think to call my name. . . .
Entra, e in breve parla
Io sono il boccio pressato in un libro,
ritrovato dopo duecento anni...
Sono l’artefice, l’amante, il guardiano...
Quando la giovinetta affamata
siede alla tavola
siede proprio accanto a me...
Sono cibo nel piatto del prigioniero...
Sono acqua che scorre veloce alla sorgente,
e riempie la brocca fino a che trabocca...
Sono il paziente giardiniere
di un arso e trascurato giardino...
Sono il gradino di pietra,
il chiavistello, e il cardine efficiente...
Sono il cuore contratto dalla gioia...
i capelli più lunghi, bianchi
prima del riposo...
Sono là, nel cesto di frutta
offerto in dono alla vedova...
Sono la rosa muschiata che s’apre
inattesa, la felce sulla cima paludosa...
Sono colei il cui amore
ti sovrasta e già ti è accanto
proprio quando tu pensi di chiamarmi...