Sono uscite, tradotte in francese, quattro mie poesie su Les Carnet d'Eucharis (v. QUI). Ringrazio sentitamente Nathalie Riera, che gestisce questa bella rivista di letteratura on line, e il poeta Raymond Farina, che ha tradotto questi testi (e altri qui non pubblicati) con molta sensibilità. Farina è autore di oltre venti raccolte di poesia, nonchè di numerose pubblicazioni in rivista e su siti on line, anche italiani. E' inoltre traduttore dall'inglese (Cummings, Stevens, Gluck, Levertov, Mc Hugh, Roetke e altri), dallo spagnolo, dal portoghese, nonchè dall'italiano (Anedda, De Palchi, Carifi, D'Elia, Ermini, Lamarque, Magrelli, Raboni, Marotta e molti altri).
La raccolta di Franco Fortini "Una volta per sempre" che usci in prima edizione per Mondadori nel 1963, trova oggi una sua riedizione francese, "Une fois pour toutes" per le Editions Fédérop (link), a cura di Bernard Simeone e Jean-Charles Vegliante, due noti italianisti (Simeone, uno dei maggiori interpreti delle lettere italiane in Francia, è purtroppo deceduto qualche anno fa). Lo stesso editore aveva pubblicato il libro in prima edizione nel 1986. Qui un piccolo estratto, già apparso su "Les Carnets d’eucharis" n. 26 (link) di Nathalie Riera, che ringrazio.
LA JOIE A VENIR
Ce pourrait être un très grand fleuve Une chevauchée piaffante un tumulte une fureur Une rage déchirée une tige déchiquetée Un très haut cri
Mais aussi une herbe minuscule pour nos retours La chute d’une pigne dans la flamme Une main qui effleure au passage Ou l’indécision fixant sans voir
Quelque chose en tout cas que nous ne pouvons perdre Même si toute autre est perdue Et que perpétuellement nous célébrerons Car toute chose naît de celle-là seule
Mais avant d’y parvenir Avant la misère profonde comme la lèpre Et les malédictions embrouillées et la mort vraie Toi qui crois oublier vaniteux Ou masqué de révolution L’école de la joie est pleine de pleurs et de sang Mais aussi d’éternité Et des bouches disparues des saints Comme les haies de mars rayonnent les vérités.
La gioia avvenire
Potrebbe essere un fiume grandissimo Una cavalcata di scalpiti un tumulto un furore Una rabbia strappata uno stelo sbranato Un urlo altissimo
Ma anche una minuscola erba per i ritorni Il crollo d’una pigna nalla fiamma Una mano che sfiora al passaggio O l’indecisione fissando senza vedere
Qualcosa comunque che non possiamo perdere Anche se ogni altra cosa è perduta E che perpetuamente celebreremo Perché ogni cosa nasce da quella soltanto
Ma prima di giungervi Prima la miseria profonda come la lebbra E le maledizioni imbrogliate e la vera morte Tu che credi dimenticare vanitoso O mascherato di rivoluzione La scuola della gioia è piena di pianto e sangue Ma anche di eternità Et dalle bocche sparite dei santi Come le siepi del marzo brillano le verità.
L’ABOLITION PROCHAINE DE LA NATURE
Les petites plantes viennent vers moi et me disent : « Tu ne peux rien faire, nous le savons, pour nous. Mais si tu veux nous entrerons dans ta chambre, branches et racines parmi tes papiers auront un refuge. »
Je leur ai dit oui à cette demande et le troupeau de feuilles est là qui me regarde. Avec les forêts je reposerai, avec les herbes exténuées, Innombrables armées vaincues qui me défendent.
1984, inédit.
La prossima abolizione della natura
Le piccole piante mi vengono incontro e mi dicono : « Tu, lo sappiamo, nulla puoi fare per noi. Ma se vorrai entreremo nella tua stanza, rami e radici fra le carte avranno scampo. »
Ho detto di sí a quella loro domanda e il gregge di foglie ora è qui che mi guarda. Con le foreste riposerò e le erbe sfinite, Vinte innumerabili armate che mi difendono.
In occasione dell'uscita della traduzione francese di “Dopo tutto anche tu”, il volume di poesie dettate per telefono da Alda Merini all'amico poeta e psichiatra Angelo Guarnieri (Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova, 2003), Nathalie Riera mi ha inviato questa nota di lettura, che ho provveduto a tradurre (Après tout même toi, Editions Oxybia, 2009, a cura di Patricia Dao). Da notare che questa edizione è a quanto pare il primo lavoro della Merini tradotto in Francia.
Rimando inoltre volentieri al post apparso su "Terres de femmes", il blog di Angèle Paoli (v. qui)
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L’incontro (im)possibile tra il poeta (ma anche) psichiatra Angelo Guarnieri e la poetessa (ma anche) internata psichiatrica per circa quindici anni Alda Merini. Questi due esseri, ciascuno su una riva della vita, fanno delle parole un fiume che li bagna e li nutre.
Là dove altri propongono delle opere io non pretendo altro che mostrare il moi spirito.
La vita è bruciare domande.
Io non concepisco opere che siano distaccate dalla vita.
- Antonin Artaud, L’Ombilic des Limbes
La pace è così piccola, Alda Merini, si ignora veramente ciò che è necessario per placarsi. Saggezza di bruciare ogni domanda, ma allegria quando si crede che la follia è un profondo legame d’amore. L’arte dell’amore.
Figlia dell’abbandono, ma con insieme la felice certezza d’essere stata profondamente amata, e la crudeltà di essere stata assassinata.
Je sais que l’on meurt/Lo so che si muore.
Mais que la mort vienne/Ma che la morte venga
de la main qui te devait des caresses,/dalla mano che ti doveva carezze,
mais que l’amour cache l’étreinte mortelle,/ma che l’amore nasconda l’abbraccio mortale,
Dieu résous-moi cette énigme !/Dio risolvimi questo enigma !
(p.64)
Leggervi, Alda Merini, è domandarsi : la poesia interessa al poeta ? Non è essa, alla stregua dello spirito, perfino al di fuori di ciò che chiamiamo poesia ?
Sperimentarvi, Alda Merini, è subito riandare verso Artaud, a quello che lui stesso « pensava » del pensiero e della poesia, a conoscere tutti i mezzi necessari per liberarli da ciò che essi stessi si infliggono. E poi, assentire quando Artaud scrive : non è l’uomo ma il mondo che è diventato anormale.
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C’è la lotta e c’è il gusto per la vita, c’è quello che bisogna raggiungere di sè e quello che è inarrivabile. Ci sono i fallimenti per dirci la precarietà di ogni cosa. C’è ciò che si logora, ciò che bisogna sopportare. Ci sono i cordogli, c’è il canto che trema, penetrazione, palpitazione, la voce che ama chi si compiange, il vivente sul bordo di cià che si cancella di ciò che ritorna di ciò che non è mai scomparso.
E poi, c’è questa storia, tra lei e lui, Alda Merini e Angelo Guarnieri. Questa amicizia, tenera e solida, che dura fin dal 1995.
Una relazione tra persone che si telefonano e si parlano con piacere, che imparano a conoscersi e a tollerarsi, che si scambiano doni, che ridono quando è divertente e si compatiscono e si preoccupano quando le cose della vita virano verso il loro lato oscuro…(dalla Prefazione di Angelo Guarnieri)
Intuirvi, Angelo Guarnieri, in questa amicizia vera, in questo tempo della vostra relazione in cui l’amore è artigianato.
(Nathalie Riera)
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Ensevelie
dans l’amour de tous,
je n’ai plus un souffle de jeunesse.
Je voudrais escalader des montagnes énormes,
embrasser les murs de ma maison,
me sentir sale pleine de boue.
Pourtant ici chaque jour
ils prennent soin de moi.
Et lentement ça m’éteint.
(p.63)
Sepolta
dentro l’amore di tutti,
non ho piu un respiro di giovinezza.
Vorrei scalare montagne enormi,
Baciare i muri della mia casa,
sentimi sporca di fango.
Eppure qui ogni giorno
hanno cura di me.
E questo lentamente mi spegne.
***
Tu ne m’aimeras jamais/Non mi amerai mai
ha detto un giorno Salvatore Quasimodo ad Alda Merini
Parce que tu aimes le monde entier/Perché ami il mondo intero…