5.
Ma ora a poco a poco ti infili nel buco
e di te nell'aria fluttuano i capelli
di un tempo
ora io non so
se tu mi avverti in tempo dicendo:
«Non ho paura, desidero soltanto
salutarvi.
La mia è solo una partenza.»
Lei ne è sicura, mentre pietrificata,
che prima o dopo sarà dovere seguirla
e non vi è sicurezza più sicurezza di
questa.
La madre-bambina vuole ancora
giocare senza pudore,
scopertamente farsi polvere, cenere
vuole giocare col figlio
polvere che lietamente ritorna
alla polvere-madre.
7.
Per questo non illuderti, madre,
di trascinarmi
con te.
Me ne sono andato
molto prima di te.
Lontana come la luna vicina
ti guardo sul prato
quadrato, all'imbrunire,
nel cortile
devo ancora dire:
io esco.
8.
In quest'ultimo istante che ti guardo in faccia
da foglia calpestata risorgi giovane intatta
solo perché io ti guardo e tu attraversi
bagnata lucida lama la mia vita non dici
né odio né amore, più odio che amore?, soltanto
il ritardo, l'indugio prima che ti raggiunga.
Se ti raggiungo io gelo, come un gatto sbatto
spalanco le palpebre mille volte non capisco:
ti offri in pasto, annichilisco. Stringi
così forte la mano da incosciente, addio
come un principio potente, aperto paradiso.
Pietre tigri le pietre dei tuoi occhi
tintinnano sul pavimento levigato, io scivolo via...
Dalla tua morte, o madre, nasce il mio piacere.
(finito di scrivere: 9.11.1935)
Dice Niva Lorenzini nella postfazione a Yellow: "Presentando il Poemetto con la madre nell'elegante plaquette dell'editore Book (aprile 2000, con copertina di Emilio Tadini), mi soffermavo sui caratteri di violenza e dolcezza di testi segnati dalla pulsione al cannibalismo e alla lacerazione (la madre divorata dall'ombra, la madre-fiera) e dal ricorso a una materia freudiana che mette in scena con straordinaria compattezza un rapporto edipico di forte intensità (la madre bambina sul punto di sfarsi, tra ombra e cenere, o giovane donna dalla «carnale bruna bellezza», madre-nutrimento donato e negato, utero da penetrare e da cui riemergere).
Ritrovo ora in Yellow, variamente disseminata lungo sezioni tra loro contrastive, la traccia dell'uomo-feto sospeso tra nascita e morte: la ritrovo nella stessa volontà strutturale su cui si articolano le sezioni, dando vita a una vicenda di accoppiamenti e recisioni".
nota: come data di stesura finale del poemetto il poeta ha indicato significativamente, come in altri casi, la propria data di nascita.
testi tratti da Antonio Porta, Yellow, Mondadori Lo specchio 2002.
Per altri testi di Antonio Porta da Yellow v. qui.