Giovedì, 6 dicembre 2007Adriano Spatola - da Diversi accorgimentiTrackbacks
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sono letteralmente incantata da queste poesie e leggendo la tua introduzione penso che anche le altre di Spatola mi stupiranno.
Sandra
sì Sandra, sono testi ancora attualissimi e densi...considera però che spatola era impegnato su moltissimi fronti poetici e non sempre era così "leggibile"...tra qualche giorno pubblicherò tre-quattro dei suoi zeroglifici
n abbraccio
Aspetto di leggerli con grande curiosità. Un abbraccio Sandra
più che leggerli li vedrai, cara Sandra...poesia visiva!!
abbraccio
"Certo molti lavori, analogamente a molte espressioni dell'arte moderna d'avanguardia e sperimentale, sono difficili da proteggere e salvare, proprio per la loro intrinseca "volatilità", ma anche perchè, come notava qualcuno, non si è mai formato un lettore "nuovo" quanto la nuova poesia."
Infatti è molto difficile avvicinare e rompere la barriera di diffidenza verso l'arte concettuale (ancor più della già difficile battaglia a favore dell'astrattismo) per assenza di un pubblico che sappia in qualche modo "come porsi" di fronte a un'espressione a cui non è culturalemente preparato...per assenza di termini di paragone. Penso, cercando di usare il più noto a favore del meno noto, che non abbia senso alcuno separare le arti (tanto più che la loro commistione è intrinseca) ma forse vale la pena tentare di avvicinare un lettore molto disorientato nei confronti della poesia sperimentale (e purtroppo penso che abbia fatto molto male la cultura scolastic che seziona un testo per raggiungere lo scopo, a mio parere sempre impossibile, della comprensione totale) cercando il parallelismo con la musica e con la pittura astratta. Sai che la diversità spaventa. Un po' perché non rientra nell'universo delle cose catalogate e famigliari, un po' per paura di "sbagliare" nel valutarla. Ora non voglio dire che, a prescindere, ci si debba fare paladini di ogni tentativo di creazione, anche abortito, rischiando di confondere ancor di più le cose e di dare allo scettico la possibilità di dequalificare tutto come "monnezza" (scusa l'indelicatezza) ma sai che così viene fatto al primo pretesto. Ma quando si hanno i documenti che attestano un percorso e consentono di fare una specie di didattica della poetica sperimentale, trovo si debba cercare di farlo in ogni modo. Non tanto con lo scopo di svecchiare la poesia che comunque non deve temere di perdere delle radici che sono e resteranno patrimonio di tutti ma perché, come va avanti la tecnologia (dici giustamente in questo articolo che non è un dato da trascurare, anzi non si possono proprio ignorare i nuovi linguaggidati dal web, dalla tecnica e figli dell'era post-industriale...) è giusto che anche alla poesia sia consentito un tentativo di ricrearsi. Le poesie di Spatola, che non conoscevo, non mi sembrano neanche strutturalmente così lontane da un patrimonio linguistico culturalmente condiviso. Sono comunque state una bella lettura. Con altrettanta stima Maeba
è stato un interessante scambio di opinioni, mi sembra. In quanto a Spatola, non intendevo dire tanto che questi testi fossero particolarmente "sperimentali" e citabili come tali, quanto che, lui, avesse tali registri culturalmente sostenibili da potersi permettere "questi" testi come pure gli "Zeroglifici".
un saluto e grazie Giacomo |
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