Totilogia - Involatura sulla poesia di Gianni Toti - [Dia*foria / Edizioni Cinquemarzo 2014
Dopo molti libri di più o meno esordienti alla
ricerca spesso vana di una originalità difficile da afferrare, è bello sfogliare
questo di (e su) Gianni Toti, dovuto alla passione di un gruppetto che
anima la rivista/sito [Dia*foria, in collaborazione con la Casa Totiana
presieduta da Pia Abelli Toti. Libro in cui l'originalità di Toti
emerge come talento e insieme risultato di una ricerca per sua stessa
natura sempre insoddisfatta (la ricerca è di per sé "incompiuta") ma
costantemente perseguita. E risultato di un lavoro e di una maturazione
intellettuale (voglio dire, l'originalità non è una cosa a cui si può
"puntare", come pretenderebbe qualcuno).
Probabilmente non è facile farsi un'idea
esauriente - solo tramite questo libro - della personalità complessa di
Gianni Toti, del suo multiforme ingegno, della sua curiosità artistica
che spaziava attraverso le forme o le inventava, ricercando sempre.
Basta dare una scorsa alla sua biblio-film-videografia (v. QUI)
per rendersene conto. Ex partigiano ("coSmunista", come si definì in
seguito), amico di molti importanti intellettuali del tempo da Pasolini a
Cortàzar, giornalista per moltissimi anni, romanziere, saggista, poeta,
cineasta, autore teatrale e televisivo e, dagli anno '80, artista poetronico (altra
sua definizione), ovvero ideatore e creatore di videoarte a livello
internazionale, e comunque in ultima e definitiva sintesi, come ha
scritto qualcuno, semplicemente poeta, poeta che amava
sperimentare. Tuttavia questo libro è importante, non solo perchè è la
prima raccolta italiana di lavori totiani. Questo volume nasce
dall'esigenza di mettere insieme una buona antologia delle opere di Toti
(purtroppo, per ovvie ragioni, solo quelle su carta) e una serie di
interventi creativi e critici che illuminano Toti o che da Toti
tributariamente sono irraggiati. L'interesse sta anche qui, nell'idea di
fecondità artistica che si riverbera dalla prima alla seconda parte,
delle possibilità non remote che indica di lavorare su una diversa tradizione
(absit iniuria verbis) su cui costruire dinamicamente. E anche nel
fatto che non storicizza proprio un bel niente (come talvolta è difetto
delle antologie), ma anzi vuole essere una porta lasciata aperta. Come
ogni buon lavoro, non deve essere esaustivo. Deve semmai
accendere una curiosità da soddisfare magari investigando ulteriormente,
della dimensione - pure storica, pure politica, certo - della
produzione artistica di quei decenni che scorreva parallelamente, senza
mai incontrarlo, al cosiddetto mainstream, anche al di là della
singola figura di Toti. Che, dal mio punto di vista, è molto
interessante anche come raro punto di contatto e fusione di forme che
comunemente vivono nel disinteresse dell'una per l'altra, anche a
livello cognitivo o semplicemente culturale, in un sistema oppositivo
che vede solitamente distanti poesia e prosa, letteratura e arti
figurative, media fisici ed elettronici. Questa fusione permette, molto
più di quanto avvenga in altri autori, di scorgere una visione del mondo
e del tempo, un panorama di quegli anni attraversati da molti fermenti,
sia politici che culturali, spesso purtroppo decaduti.
Ma il lavoro fondamentale di Toti, al di là delle
forme, qualsiasi forma, è sul linguaggio, inteso nel senso più ampio del
termine, "in una militanza che pone l'accento sulle giunture del segno,
tanto che si potrebbe parlare di realismo intraverbale finalizzato a
disvelare la rete delle apparenze, le miriadi di circuitazioni da cui il
velo di Maya è pervaso", come afferma Stefano Guglielmin in una nota
contenuta nella seconda parte del libro. Anche utilizzando marchingegni in realtà antichissimi come ossimori, paradossi, metasememi, tutti in grado di cortocircuitare il senso canonico, quel che ci si aspetta. Analogamente nei video l'immagine è manomessa, graffiata, rovesciata, sovrapposta, sporcata, blurred, o semplicemente re-inventata. Spingendosi così nella sua opera
sempre più in là, surrealisticamente: se la realtà non è più dicibile,
anzi se si è "cancellato l'indicibile", se i vecchi arnesi non fungono
più, come dice (metaforicamente) nel testo "Necrologio per la metafora" (v. QUI),
allora "Toti ri-comincia ad inventare il linguaggio, ma questa volta
non sbaragliando e spezzettando i significati, quanto ricomponendo i
significati tramite la ri-metaforizzazione del dicibile, per via
dell'in-venzione che sola potrebbe ridarci un futuro, ossia la
temporalità della coscienza, la verbalizzazione che possa riconnetterci a
un altro o altri" (Peter Carravetta, in un'altra nota qui presente).
Una "titanica, e forse proteica, vocazione alla ricreazione" che
sembrava potenzialmente infinita. (...)
da "chiamamola POEMTàNOIA" - 1974 (*)
l'uomo post-serpentico
(dieci punti e finisce la fine)
1
guarda il glomerulo umano
la membranella il lume capillare
l ' endotelio il mesangio lo pseudòpodo
e raggomitolati se ripuoi
2
e lassa i laserpìci o sarai anòmane
spasmofilo estetìpsico
statisti -estetistìtico
uscendo troppo non rientrerai
3
il respiro tascabile i rotametri
il palloncino tende a collabire
ipovéntila il flusso della curva
e l'agonia tascata l'insufflabile
4
telefonano al cuore (al cardio): è pronto
il check ricevitore al petto batte ancora
all'àncora ma già sta scaricandosi e
fonocontrollo e morte in anticamera
5
una torcia ultrafonica ultraottica
occhiali ciechi ascoltanti silenzi
divisioni eco-radar del buio
forse il cieco vedrà anche più lontano
6
tre cervelli lo sai nel tuo cervello
: il cervello del rettile il limbico
engrammatore e il neoencefalo che
...il più forte è del rettile non lineo
7
da rettile o da uomo tu ti porti
o ti comporti nell'endecasillabo?
duecentomilionanni già compiuti
e partorisci così poche idee
8
automata engrammato globus pallidus
putamen ippocampo non ti servi
del lobo orbito-fròntico: persistono
le pulsioni del rettilecerebro
9
e strutture globali immaginanti
e il punto di rottura della storia
e la specie planética: o silenzio
alle tue tempie premi ancora il tempo
10
verrà l'uomo di immagine associante
col suo museo interiore: il paleoencefalo
che striscia dentro il verso e nell'accento?
verrà? io già l'immagin(in)azione...
(*) Metànoia, come osserva S. Guglielmin nella nota citata "è termine greco che rinvia al cambio di mentalità, al crescere di consapevolezza, alla stregua dei viaggiatori platonici usciti dalla caverna. Dopo quel viaggio, nulla è più come prima: la visione ora è sicura e l'apparenza non può più ingannare".
da "IL POESIMISTA" - 1978
GLOSSOCOMIO?
t i hanno timbrato fino dalla nascita
con razza d'uomo prima identità e
poi con nome connominato
trasforandoti egoibile con le pinze
ma non eri ancora svanito nella lusione
bardato con tutti gli infinimenti e le cinture
e le croate e i fili che pendono dai bottoni
e viceversa le teste che ciondolano dai capelli
vattene adesso rondinotto da briglia
il prima non c'è stato ancora per te
prima che ti insegnino a ricordarlo
non ci sarà il dopo prima che ti postarghino
ascòltati corri ma di fianco
(dalla rosa la zolla - dalla zolla il pianeta)
così potrai mostrarci l'adcanto l ' ala sola
che ha una parola sopra a surlinearlo e perché
lo pronunciamo parolato grave o acuto in-ad-cantabile
lallazione lalìa glossopea glossalgia
tacere più forte
*****
Gli interventi critici e creativi sono di: Paolo Albani, Daniele Bellomi, Enzo Campi, Marcello Carlino, Peter Carravetta, Biagio Cepollaro, Donato Di Stasi, Domenico Donaddio, Pier Luigi Ferro, Stefano Guglielmin, Raffaele Perrotta, Carlo Alberto Sitta, Maurizio Spatola, Silvia Tripodi.
Il libro lo trovate QUI o cliccando sulla copertina.
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