Un mio testo, in qualche misura di "circostanza" perchè iconograficamente legato a un'opera di Paul Gauguin "La visione dopo il sermone" del 1888, è stato riproposto su Tellusfolio (v. qui). Si intitola "Ciò che talvolta si palesa" ed era già stato pubblicato sul n.4 (Gennaio 2007) della purtroppo defunta (credo) rivista on-line "L'Attenzione" di Centofanti e altri. Ringrazio Claudio Di Scalzo per l'ospitalità.
La visione dopo il sermone è un dipinto ad olio su tela di cm 73 x 92 realizzato nel 1888 dal pittore francese Paul Gauguin. È conservato alla National Gallery of Scotland ad Edimburgo.
La visione dopo il sermone o Lotta di Giacobbe con l'angelo, contiene elementi essenziali della poetica di Gauguin. L’artista intende dare forma al sentimento dei devoti che, dopo aver ascoltato un sermone, crede di vedere la lotta di Giacobbe con l’angelo all’uscita della chiesa. Un gruppo di contadine "vede" la scena della lotta, che Gauguin trasse da un disegno del grande maestro giapponese Hokusai, rappresentante due lottatori di judo, accostato all’iconografia occidentale dell’angelo. L’albero in diagonale separa simbolicamente la sfera della realtà da quella dell’immaginazione, così come il mancato utilizzo della prospettiva è finalizzato a rendere l'impressione di irrealtà della scena biblica. Le ombre, che Gauguin definiva "inganno del sole" vengono ridotte alle sole ombre proprie con l’abolizione delle ombre portate. (fonte: wikipedia.it)
"In questo quadro la lotta e il paesaggio esistono solo nella fantasia della gente in preghiera dopo il sermone, ragion per cui esiste un contrasto tra la gente vera e la lotta nel paesaggio immaginario e sproporzionato". Così Paul Gauguin descrive in una lettera a Van Gogh la sua ultima opera, “Visione dopo il sermone”, olio su tela del 1888. E’ il periodo del soggiorno in Bretagna a Pont-Aven, dove l’artista parigino entra in contatto con la religiosità arcaica e primitiva degli abitanti locali: questa nuova esperienza non può non condizionare il suo modo di fare e intendere l’arte. Ecco così che Gauguin abbandona ogni traccia di naturalismo per dipingere quella che sarà ricordata, dal critico Albert Aurier, come una delle vette più alte della pittura simbolista. L’intenzione dell’artista è quella di materializzare il sentimento delle donne bretoni che, appena uscite di chiesa e ancora eccitate dal sermone del prete, credono di vedere la lotta tra l’angelo e Giacobbe. Lo spazio pittorico viene nettamente diviso in due parti dalla diagonale dell’albero, che simbolicamente separa la sfera della realtà da quella dell’immaginazione: nella parte superiore infatti trova posto la scena fantastica della lotta tra l’angelo e Giacobbe. Nella parte inferiore invece il gruppo di donne bretoni assiste in silenziosa contemplazione allo scontro biblico.
“Visione dopo il sermone” non suscitò solamente grandi entusiasmi: Pissarro rimproverò infatti a Gauguin di aver "scopiazzato i giapponesi - per quanto concerne il motivo del combattimento - e i pittori bizantini" per quanto riguarda invece la stesura del colore in campiture piatte e uniformi. (fonte: controluce.it)