Martedì, 16 agosto 2016
Giovanni Di Livio è uno pseudonimo. Come forse si sa non amo gli pseudonimi, ma dietro a questo c'è una persona che è già stata qui, su questo blog, e che apprezzo. Leggendo queste poesie si capisce perchè vuole celarsi. Sono estremamente private e affrontano un tema penoso con parole crude, dicendo cose che forse si pensano, ammettiamolo, ma che non si dicono. E' il prolungarsi di una agonia, di un tempo "allungato a dismisura", di quella particolare malattia che è la vecchiaia, che prevede un unico esito possibile. Roba difficile anche da farne poesia, da trattare in un certo senso esteticamente, preoccupandosi della prosodia o dell' "abbellimento", perché materia an-estetica, caso mai etica, di un'etica drammaticamente affine alla elaborazione anticipata del rimorso. Non sempre la contemplazione della morte accende l'animo a egregie cose, come direbbe Foscolo, o "belle". Forse è il tempo affrettato di oggi contrapposto a quello "allungato" ad imporre altre considerazioni, un'altra gestione della morte, una diversa "cura", o forse proprio una "noncuranza", quando la vecchiaia appare come un accanimento. Non lo so. Da un certo punto di vista non sono nemmeno sicuro che sia giusto pubblicarle, ma sono qui, esposte alla lettura di tutti.
Continua a leggere "Giovanni Di Livio - Noncuranza"
|