2.I gridi dei falchi tornano improvvisi
sul bianco dei muri, disegni formati dalla mente prima che
[essa ricordi
le circostanze di un'imitazione della nostra vita
quella che in altre età abbiamo improvvisato
senza prevedere il senso della narrazione
come una pista non ancora scorta in cima alla collina
che dia una direzione al paesaggio e subito l'abbandoni
sperando che ogni segno abbandoni il suo posto e faccia
posto a diverse invenzioni
estrapolare dall'infinito al finito
intenzionale indeterminatezza degli elementi costitutivi del
[disegno poetico
non fiume né mare né acqua né altra acqua noi inseriti nella
[più breve distanza
tra due punti e oltre il vento vi passa in mezzo
per cui vedo alberi alle nostre spalle
sassi ai nostri piedi
angosciato dal suono che si è fermato sul
[muro
perché risentire i suoi echi vuoi dire entrare
in una pianura schizofrenica.
3.
Quale rapporto esiste
tra aspetto e personalità? l'espressione del volto umano
e il gioco dei suoi lineamenti hanno un misterioso potere.
Tra cavi lanciati
che muovendosi portano a diverse solitudini in una città
dalle cui porte e finestre entrano escono forme artificiali
con le unghie con i concetti con le digressioni cerco il reale
di fronte al quale - dentro il quale? - il piano su cui sono
risulti contenere la mia persona e non l'oggetto
da cui ebbi l'occasione di essere rappresentato.
Non sempre la corsa tra un modo di essere e un modo di
[diventare
mi ho fatto trovare variazioni per ridurre la conclusione
a un semplice gioco di parole
e in questa mattina in cui la poesia
non è che la ripetizione di figure quotidiane mi domando:
troveremo, che cosa, come
tutte le altre mattine?
4.
L'occhio di un pesce in un vaso trasparente
gira tutte le stanze
sfiora gli oggetti senza decifrarli tutte le cose e non la cosa
sapendo che oltre la stanza il significato si perde
in un paesaggio ripetuto la sera e la mattina dove ciascuna
[diversità
è cancellata
forse sperando
un altro segnale fuori della porta
diciamo una riva di segni distrutti il linguaggio
e lì a cercare il segno minimo di una riproduzione.
5.
Sterminati messaggi popolano remote regioni dell'inconscio
tenendo in cerchio intorno a me il filo delle ore, l'ordine degli
[anni e dei mondi
verso una terra di nessuno spartiacque d'angoscia e d'imma-
[ginazione
e ciò che decido di scrivere il silenzio che metto dietro
le parole potrebbe essere un libro percorso in su e in giù
da passeggeri senza attese di primavera
e altre plausibili scuse
decifrazione
di una coscienza di scrittura
o sua variazione.
da Nino Majellaro, Una metafora cieca, Società di Poesia (Guanda), 1979
Nino Majellaro, poeta, romanziere e saggista è nato a Milano nel 1919. Attualmente vive e lavora a Gerenzano, in provincia di Varese. Ha pubblicato varie raccolte di poesie e ha collaborato con giornali e riviste di letteratura e con varie antologie. Sono usciti inoltre: La figura lo spazio (Geiger, 1978), Una metafora cieca (Societa di poesia, 1979), L’universo paziente (nuove scritture, 1985), Dalla collina (Amadeus, 1987), L'isola delle comete, (Cammunia, 1990), Cristoforo Colombo (Luise, 1991), Il bargello della Vetra (Camunia, 1992), Viaggi di notte (Laboratorio, 1992), Un uomo senza immaginazione (Capobianco, 1993), La memoria dei fiumi (La vita felice, 1995), Diavoli e capitani (Giunti, 1997). Di recente pubblicazione: Oltre il coma (Nuove scritture, 1999), Storia di un paese (Nuove scritture, 2000) e la raccolta di poesie Poesie scelte (Laboratorio, 2000). Con Spirali ha pubblicato Il secondo giorno di primavera (Spirali, 1984) e ha curato Giappone: istoria della Compagnia di Gesù ( Spirali, 1985).