II foglio come luogo della sovversione e del bianco
Sovversivo è il foglio su cui la parola crede d'accamparsi; sovversiva è la parola attorno alla quale il foglio dispiega il suo bianco.
Un passo nella neve è sufficiente a scuotere la montagna.
La neve ignora la sabbia. Eppure in tutte e due è il deserto.
Glaciale il bianco alle sue vette.
Nero il sole della parola.
Il patto tra la carta e il vocabolo - tra il bianco e il nero — è l'accoppiamento di due sovversioni rivolte l'una contro l'altra, nel cuore stesso della loro unione: lo scrittore ne fa le spese.
S'accorda nell'apparenza soprattutto ciò che nell'interiorità si lacera. L'occhio coglie solo ciò che emerge.
L'evidenza è il terreno ideale su cui opera la sovversione.
Scrivi. E ignori tutti i conflitti che la penna solleva al suo passaggio: il libro è la posta in gioco di quei conflitti.
Forse sovversivo è quel libro che denuncia, dentro la scia d'un pensiero aggredito, la sovversione della parola nei confronti della pagina e della pagina nei confronti della parola, e l'una con l'altra confonde.
In questo senso, fare un libro vuole dire offrire un sostegno alle forze sovversive che attraversano il linguaggio e il silenzio, un sostegno che segna il ritmo delle loro riprese.
La sovversione è l'arma preferita dall'inconsueto ma anche dall'ordinario.
"Il rapporto con Dio", diceva, "è un rapporto indiretto con la sovversione".
Ogni parola pronunciata è sovversiva in rapporto alla parola taciuta. Talvolta la sovversione passa attraverso la scelta, attraverso l'arbitrarietà d'una scelta, la quale si presenta forse come una necessità ancora oscura.
Dio è sovversivo: e come ha potuto pensare che l'uomo non lo sarebbe diventato di fronte a Lui?
Dio ha creato l'uomo a immagine della Sua sovversione.
E se la sovversione fosse solo lo scarto tra la cosa creata e la cosa scritta?
Uno stesso abisso separerebbe, allora, l'uomo dall'uomo e il libro dal libro.
("Divino o umano che sia", diceva, "'Io' è il teatro di ogni sovversione".
"Un'arte di vivere", diceva anche; "arte mossa dalla sovversione! Questo forse è il principio della sapienza. ")
da Il libro come luogo della sovversione e dei bianco - traduzione di Antonio Prete
Immagine dell'esilio
E se il muro fosse un foglio bianco? Muro di sostegno.
Scendiamo i gradini di una scala su cui poco prima, e non senza sforzo, ci eravamo inerpicati.
E se scrivere fosse questa discesa ancora impregnata, per noi, del ricordo della lenta salita che l'ha preceduta?
All'interno dell'edificio, non possiamo oltrepassare l'ultimo piano.
Una pagina di scrittura ha i suoi pianerottoli. I suoi margini sono all'esterno. Non sapremo riempire di parole il vuoto.
La mia dimora è distrutta; il mio libro, in cenere.
Tracciato: Lug 29, 10:17