Sei poesie di Rita Regina Florit, in parte inedite. Una presenza costante della natura che mi ricorda il Pier Luigi Bacchini delle “Contemplazioni meccaniche e pneumatiche”( v. qui ), un vecchio poeta che i cosiddetti “giovani”, che tendono a leggersi tra loro, ignorano. Ma la natura, in queste poesie di Rita, nasconde sempre un’ulcerazione che affiora nella scelta di parole “dure”, di vario peso semantico (drago, irrequieto, ustorio, appassendole, artigliate, spietato ecc.) che stemperano il lirico e che ci dicono attenzione, persino gli iris nascondono qualcosa, anche la viola porta con sé un dolore. Insomma, un correlativo oggettivo che ha ancora una funzione memoriale, di rielaborazione del dubbio, ma con una punta di moderna, sana “cattiveria”
Aesculum hippocastanum
Strapiomboautunno
nel parco degli anni ignari
dove alti gli ippocastani sfogliano ruggini.
È una ctonia alterità nebbiosa,
riconsegna incorporea di me a me.
Inevitabili passaggi, soglie interdette, fili
che si dipanano da me a me.
Nelle cortecce muschiose, nella ghiaia,
sulle panchine deserte infine
appare la coda del drago.
La sento muoversi alle mie spalle,
la sto cercando da mille anni.
***
Iris germanica
Sostano gli iris nel piccolo orto,
sostano per breve tempo.
Il filo del giorno si dipana, lento
sul mio quaderno. Mangio pane
e ombra.
***
Acacia dealbata
Nel campo l'esplosione delle calendule,
gli occhi affacciati al cielo t'indovinano
nella mimosa che sta covando la Luce.
Sali, mio amore, dal suo irrequieto sventagliare.
Sali dalle erbe selvatiche nel gelo del mattino.
Ancora spietato, senza che il cuore
possa concederti sepoltura
***
La predisposizione
della Luce negli interstizi
verdi accoglie sussulti
di suoni. E L'anima si tace
nell'alternanza rorida
di steli, zaffiri oceani
nel firmamento ustorio
che non dà mai pace.
***
Viola odorata
Nuovi accecati passi divelgono gli inverni
nell'arenarsi vinto del resinoso cuore
stillare dalla scorza sangue vivo di viole
appassendole in gola mal riposte speranze
***
Fu la porta d’entrata divelta
risucchiata dagli atomi bagliori
rifluita in cortecce. Nerelune sorelle
allineate dai secoli affacciate
raccontarono l'oscuro sporgersi
dagli occhi di fradice foglie consunte
di carni artigliate da chiodigarofani
cesellate da scorticature.
Evaporazione di lingua perduta
sul ramo d'autunno del cuore
s'innesta in patria radice
da “Piante occulte” in antologia “I miosotìs- Portfolio” Edizioni d’If 2006
e tre inediti (il primo e gli ultimi due)
Rita R. Florit vive a lavora a Roma.Ha pubblicato “Lezioni inevitabili”, Lietocolle 2005 e l’e-book “Labirinti e fuochi” Feaci edizioni 2006.Ha partecipato a Roma-Poesia nel 2005 e 2006 con i video *Lezioni inevitabili* e *Varchi del rosso* di sua produzione. E’ stata co-curatrice delle mostre “Battiti e altri echi del cuore” Ostuni 2007, “Fuoco e fuochi” 2006, “Terra e territori” 2007, “Aria e vento” 2008, al Forte di Marina di Bibbona (Li). Presente in varie antologie tra cui “Il segreto delle fragole 2007”, Lietocollee il Registo di Poesia n° 2 perEdizioni d’If,2009 in attesa di pubblicazione.Suoi testi sono stati tradotti in francese, inglese e punjabi.
nel parco degli anni ignari
su imperfettaellisse Sei poesie di Rita Regina Florit, in parte inedite. Una presenza costante della natura che mi ricorda il Pier Luigi Bacchini delle “Contemplazioni meccaniche e pneumatiche”( v. qui ), un vecchio poeta che i cosi
Mi pare azzeccato li riferimento a Bacchini, uno dei miei padri poetici. Anche se il Bacchini di Visi e Foglie rimane difficilmente arrivabile nel suo rapproto inteso e morboso con la natura.
su imperfettaellisse Sei poesie di Rita Regina Florit, in parte inedite. Una presenza costante della natura che mi ricorda il Pier Luigi Bacchini delle “Contemplazioni meccaniche e pneumatiche”( v. qui ), un vecchio poeta che i cosi
Tracciato: Feb 09, 20:40