Sabato, 14 giugno 2008
E' uscito il numero 29 dell' Annuario Tellus, intitolato "Febbre d'amore. Stendhal + Web", in cui è presente anche un mio piccolo scritto, già pubblicato in Tellusfolio, nella sezione "In versi d'amore", oltre a quelli di numerosi amici come Fantuzzi, Della Mea, Alborghetti, Orgiazzi, Lorefice, Pizzo, Alivento, Fiori, De Girolamo, Pizzi, Lago. Pubblico qui sia la presentazione che la prefazione del direttore Claudio Di Scalzo. Maggiori informazioni, compreso l'indice e dove trovarlo, sono reperibili qui
Il nuovo annuario TELLUS, il 29, è in tipografia. A inizio luglio verrà spedito agli abbonati e poi sarà in distribuzione nelle librerie Feltrinelli, in quelle Valtellinesi, e nelle specializzate. L'annuario, di 240 pagine, illustrato, ha molte voci e tanti generi che ruotano attorno alla sostanza chiamata Amore, carburante che nel muscolo cardiaco presiede alle accellerazioni e agli incanti della passione. In questo volume, più che nei precedenti, forte e innovativo, è il legame fra carta stampata e web, fra Tellus e Tellusfolio, e il sottotitolo si premunisce di ricordarlo con il segno matematico. C'è la tradizione della letteratura con Stendhal, e tante prove letterarie, in poesia e prosa, anche di scrittori e poeti giovanissimi. Curati da autori che collaborano a Tellusfolio e che su carta stampata vedono arricchita e preservata la loro fatica di scopritori di talenti, di inesausti blogger, di fiduciosi nella poesia in rete.
Non ci sono altri esempi di intreccio libertario come questo, in lingua italiana, sul web. Dove al massimo compaiono antologie compilate da siti con poeti già pubblicati ampiamente su carta stampata e inseriti nella koinè letteraria. Su TELLUS 29 viene dimostrato - tangibilmente - che l'accesso alla carriera letteraria ed al mestiere della scrittura non passa più attraverso la critica letteraria dell'ancien régime e che l'autore-autrice può stare esclusivamente sul web.
Da parte mia ho cercato di dare l'andamento narrativo alle diverse pagine, con racconti e ospitando sia artisti selvatici sia maestri della letteratura da abbinare all'Essere in fermento. Ma sui tanti aspetti di questo nuovo annuario torneremo più avanti. Intanto propongo la prefazione, (...). Penso ci siano abbastanza dritte per avvicinarsi a questa “Febbre” tricolore, dove il rosso ha la sua importanza, e non soltanto segnica.
Claudio Di Scalzo
Prefazione
Amor terrestre, Amor webestre
Tanto vasto è l’universo dell’amore, tanto stringata deve essere una prefazione su questa eterna espansione. Se notte e vuoto sono all’origine del mondo, secondo il mito, è la buia coltre raminga che partorisce un uovo da cui esce Amore; intanto che terra e cielo si formano dalle due metà di siffatta conchiglia spezzata. Possa allora ogni lettura covare come meglio crede uovo e pulcino amoroso. Tutto ciò rientra nell’infinità delle interpretazioni. Torniamo però sulla conchiglia, perché qui, con slancio orfico, o da quanto è permesso al meridiano del nostro impavido annuario, affermiamo che se terra sono le pagine stampate, su carta, e dunque il terrestre TELLUS, il cielo, con relativo ammodernamento mitico, non può che essere il web, il cielo del web. Che ci sovrasta. E di questo cielo nominiamo un astro, lo possiamo chiamare Tellusfolio? Ma sì che possiamo. Le esigenze della prefazione stringata e quelle legittime di un progetto editoriale lo impongono. Anche con leggerezza e spirito avventuroso. Allora nel Tellus “Febbre d’amore”, sulle sue pagine, si riversano quelle telematiche del giornale-rivista, fratello-sorella on line. E le rubriche che all’amore devono ampie visite di navigatori come: “Discorso amoroso”; “In versi d’amore”; “Versi d’amore di poeti del ‘900”; “Cercando l’Oro dell’Amore”; “Telluserra” con poesie e racconti. Nel passaggio web-carta sono avvenute modifiche, ampliamenti, limature. Perché scrittori e poeti presenti nelle sezioni ricordate hanno pubblicato inediti. E ciò permetterà che pagine dell’annuario risalgano, nel virtuoso su e giù, verso Tellusfolio. Qui sta la sorpresa e il divertimento amoroso, per chi vorrà inventarsi paragoni e confronti.
Inediti sono i miei “Racconti d’amore a bassa quota”, quasi tutti ambientati in Valchiavenna. Qui le voci narranti si districano tra epifanie, realismo dello sguardo, e voci che ambiscono alla sceneggiatura per palchi sentimentali chiusi e in procinto di esserlo.
L’arte è affidata a Lanciotto Baldanzi, che ebbe centinaia di donne sulle colline pisane, a Terricciola per la precisione, donne in visita al suo immaginario per dargli il tempo di fissarle sulla tela, astratte e realistiche, e sempre dimentiche di quanto portavano di sofferenza, di inganno, di seduzione anche infernale. Baldanzi è un pittore selvatico, un pittore d’Art Brut, e a pittori simili l’amore può anche, in una notte più solida delle altre, suggerire di bruciare centinaia di tele, per poi smettere di dipingere abbandonando la follia mulinante pennelli e trielina.
Quanto TELLUS ricorda e pubblica, grazie alla cura di Carlotta Zanobini, compaesana del pittore, è ciò che rimane. Abbastanza per ricordarne l’avventura. Per pregarlo di tornare a dipingere. Per dargli accoglienza nell’annuario che l’amore e le sue malie ricorda.
Tiziano Salari, poeta e scrittore, ha anche una vena divulgativa nella sua saggistica. Che sopravanza le anodine semplificazioni della manualistica scolastica e universitaria: debitrice d’ossigeno allo stile e alla maestria del raccontare. Lo dimostra in questo saggio, “L'anomalia di Trieste”, già comparso su Tellusfolio.
Nella “tradizione” di Tellus la scelta di ripubblicare classici è assodata. Facile accogliere Stendhal, Daudet, Maupassant. E i poeti italiani come Valeri, Saba e Palazzeschi. Anche per i collegamenti con certe prose del “Discorso amoroso”. Nel cielo dell’amore sono pianeti da tutti conosciuti. E ammirati. Non è così per chi aspirò a essere scheggia di scrittura, come Danielle Sarréra. Cenere e luminosità neppure affidata a un nome certo. Chi era la ragazza che diciassettenne, nel 1949, prima di suicidarsi e scomparire sotto un treno che sembra non aver mai frenato, lasciò due quaderni di scuola con prose, diario, poesie a distratti cultori di riviste? Non si sa. Non lo sappiamo. Poche pagine. Abbastanza per consegnare l’ossessione a chi la legge di saperne di più. A me l’ha consegnata il suo curatore francese Pierre Borel e il traduttore italiano Sandro Toni, che dopo venticinque anni concede a Tellus di ripubblicarla.
Torna anche in questo numero il poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi, con “Leopardiana” dal suo libro più sentimentale del 1912: “A fior di silenzio”.
La parte visuale, nell’Annuario, è affidata a “Cardiodramma”. Che già nel titolo evoca il cuore che si flette in battiti inconsulti. Qui però a procurarli è il dialogo, fitto e a volte con fitte, tra immagine e parola. Piccola antologia visiva – nel retrocopertina – tratta da un Libro, l’undicesimo, del “Canzoniere d’amore, in vita e in morte” di Karoline Knabberchen. E nei precedenti Tellus colorati compaiono altre anticipazioni.
Compito degli annuari, che almanaccano virtuose divulgazioni, è anche quello di completarsi negli anni. Accade per la “Biblioteca domestica”. La prima parte venne pubblicata in Tellus 27: “Dalla Torre pendente alle Alpi”. Stavolta, l’intrico di scrittura ed Essere sta nei nomi di Vlaminck, Corbière (in nuova traduzione la sua prosa poetica "Casino dei trapassati"), Walpole, Kafka, Musil, Rilke, Leopardi, Laforgue, Mörike.
|