Forough Farrokhzad ( 1934 - 1967 ), la grande poetessa contemporanea iraniana che perse la vita in un incidente automobilistico, una voce del femminile e della ribellione contro la banalita' e la decadenza sociale. Nel 1962 realizzo' un documentario sulla vita dei lebbrosi dal titolo "La casa e' nera" che vinse il primo premio alla regia al festival di Uberhausen.
Devastazione, nihilismo, il pensiero della morte, disperazione, l'amore fallito e l'unione poetica sono i principali temi del suo pensiero e rappresentano la sua grande coscienza umana e sociale. La sua poesia contiene anche alcuni concetti mitologici come la rinascita nella poesia "ancora salutero' il sole" e la salvezza degli ultimi tempi nella poesia "qualcuno come nessuno". Farrokhzad e' una poetessa che ha risolto la propria esistenza nella poesia, ragion per cui non rimane piu' il poeta ma soltanto la stessa poesia: “ricorda il volo / l'uccello e' mortale”. (nota di A. Moosavinia)
Ancora saluterò il sole
Ancora saluterò il sole
il ruscello che scorreva dentro me
le nuvole che erano i miei lunghi pensieri
dolente crescere dei pioppi del giardino che con me
passavano da aride stagioni
il gruppo dei corvi
che portavano come dono per me
l'odore dei notturni campi
mia madre che abitava nello specchio
ed aveva l'aspetto della mia vecchiaia
ed ancora saluterò la terra
che la sensualità della mia ripetizione ammassava
il suo infiammato interno di semi verdi
Vengo, vengo, vengo
con i miei capelli: la continuazione degli odori del sottosuolo
con i miei occhi: le dense esperienze dell'oscurità
con i cespugli che ho raccolto dai boschi da quel lato del muro
vengo, vengo, vengo
e la soglia si riempie di amore
ed io sulla soglia, ancora saluterò
quelli che amano
e la ragazza ancora qua,
sulla soglia piena d'amore in piedi
Il vento ci porterà
Nella mia piccola notte peccato
il vento ha appuntamento con le foglie degli alberi
nella mia piccola notte c'è l'ansia di rovina
Ascolta
senti il soffio della tenebre?
io guardo stranamente questa felicità
io mi sono abituata alla mia disperazione
ascolta
senti il soffio della tenebre?
nella notte passa qualcosa
la luna è rossa e torbida
e su questo tetto che in ogni momento c’è la paura di precipitare
le nuvole, come la folla in lutto
aspettano forse l'istante di piovere
Un momento
e poi, niente
dietro questa finestra la notte sta tremando
e la terra sta fermandosi di girare
dietro questa finestra un ignoto
si è preoccupato per me e per te
O immenso verde
metti le tue mani come un ardente ricordo, nelle mie
innamorate mani
e affida le tue labbre come un sentimento dell'esistenza
alle carezze delle mie labbre innamorate
il vento ci porterà con sé
il vento ci porterà con sé
Dono
Io parlo dell’estremità della notte
dell’estremità del buio
e parlo dell’estremità della notte
Se vieni a mia casa portami un lume, caro
ed una finestra dal quale
guarderò la folla della felice via
L’uccello è mortale
Mi sento triste
mi sento triste
vado al terrazzo e sfioro
le mie dita sulla trascinata pelle della notte
Le luci del rapporto sono buie
le luci del rapporto sono buie
nessuno mi presenterà al sole
nessuno mi porterà alla festa dei passeri
ricorda il volo
l’uccello è mortale
(Traduzione di Asmar Moosavinia, dedicata a Marina Pizzi)
Asmar Moosavinia è nata nel 1977 in Iran dove abita. Ha terminato i suoi studi in Lingua e Letteratura Italiana all'Università di Tehran con una tesi su "Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini. Ha collaborazione a note riviste letterarie persiane come Golestaneh, Nafe, Majaleh Shér, …
Ha tradotto opere di alcuni scrittori e poeti come Luigi Pirandello, Federico Tozzi, Italo Calvino, Eugenio Montale, Amelia Rosselli, Salvatore Quasimodo, Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini, Antonia Pozzi, Marina Pizzi, …
Due suoi libri in via di pubblicazione sono: "Così è se vi pare" di Luigi Pirandello e "La Scelta di Poesia Contemporanea Italiana".
Gestisce un blog (http://asmarmoosavinia.blogspot.com/), su cui è possibile leggere tra l’altro una intervista a Marina Pizzi.