Giovedì, 15 novembre 2007
Credo sia il caso di approfondire, almeno a titolo di informazione, un concetto che interessa da vicino tutti quelli che scrivono e in qualche modo entrano in contatto, sempre più spesso, con forme di editoria nuove e indipendenti, o addirittura autoprodotte come nel caso di Biagio Cepollaro o on-demand come Lulu. Sto parlando del diritto di autore "aperto", il copyleft o la CCL (Creative Commons License), concetti non contraddittori tra loro e, per quanto si possa supporre il contrario, nemmeno contraddittori con il diritto di autore e con l'editoria a stampa classica (si tratta semmai di rinnovare la cultura del diritto di autore e della diffusione della cultura). Trovate il link a CCL nella barra laterale, mentre per il copyleft segnalo tra i molti due link interessanti, che sono: "Il copyleft spiegato ai bambini" di Wu Ming 1 (qui) e il sito italiano dedicato alla diffusione del concetto di copyleft, da cui è possibile scaricare gratuitamente i libri di Simone Aliprandi "Copyleft & Opencontent" (qui) e "Teoria e pratica del copyleft" (qui).
(questo post è già stato pubblicato in forma ridotta in data 8/11/2005)
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