Ancora un poeta dell'Est, sempre per la cura dell'amico Lorenzo Pompeo, ripreso dalle vecchie pagine del defunto sito "I Fogli nel cassetto", su cui facevo l'editor del settore poesia. Gli altri poeti fin qui pubblicati sono reperibili qui e qui
NOTA SULL'AUTORE di Lorenzo Pompeo
Miron Bialoszewski, nato a Varsavia nel 1922 e morto nel 1983, poeta, drammaturgo e autore di prose, era un emarginato eccentrico che visse nella più completa povertà. Inizialmente mise in scena i suoi drammi assurdi in un appartamento privato insieme ad alcuni amici e nel '56 fu in grado di pubblicare la prima raccolta delle sue poesie, "Obroty rzeczy" ("Attitudini delle cose"), che provocò reazioni contrastanti. Solo dopo il '56 , grazie ai cambiamenti politici avvenuti in Polonia e in tutta l'Europa orientale, nella poesia polacca si poté affermare un indirizzo sperimentale. Come reazione alla retorica del realismo socialista, la poesia abbandonò ogni intento didattico. Al contrario, sotto l'influsso dell'esistenzialismo, i poeti e gli scrittori spesso si servirono in questo periodo di metafore grottesche e del nonsenso.
La poesia di Miron Bialoszewski è una specie di canto sugli oggetti, su qualunque cosa ci circondi nella realtà, purché sia concreta e si possa toccare con le mani, quasi l'autore voglia così beffare l'insidiosa astrattezza del "realismo" ufficiale.