Torno a pubblicare una recente poesia di Roberto Veracini, già presente sul blog qui e qui, un testo che coniuga egregiamente la semplicità del linguaggio, quasi minimalista ma spezzato da severi enjambements, con una notevole concentrazione poetica. Con l'occasione segnalo sul bel blog "Terres de femmes" della poetessa còrsa Angèle Paoli, la traduzione francese della poesia "La città-nave", dedicata alla stupenda città di Volterra, dove Veracini è nato e vive (http://terresdefemmes.blogs.com/mon_weblog/2007/02/roberto_veracin.html), tratta da "Epifanie dell'angelo", ETS editore, Pisa 2001, prefazione di Giuseppe Conte.
Mi divora il tuo silenzio, la sfinge
nera della tua solitudine, l'ormai
dei tuoi pensieri, tutti al passato,
niente margini al tempo, niente
sogni, tutto perso, solo attimi
imperscrutabili e rimorsi in eterno.
Mi divora il tuo corpo, le labbra
le cosce, gli occhi tuoi animali, quella
luce dentro, che non sa uscire, ombra
e ferita, il labirinto impossibile
della tua vita.
(fine luglio 2006)