Torno su Adriano Spatola, nel tentativo di dare un'idea un pò più ampia delle sue attività poetiche, pubblicando qui (file pdf) quattro "zeroglifici" non presenti tra quelli reperibili in rete perchè digitalizzati direttamente dalla rivista Tam Tam, che Spatola fondò con Giulia Niccolai nel 1972. Qui la parola (che c'è ancora, da qualche parte, forse in qualche improbabile recesso della mente del "lettore") viene "affettata" ma non per domandarne la ricomposizione al fruitore, che sarebbe un'irrisione, bensì per innescare una "disseminazione del senso" quasi di stampo decostruzionista. Dice S. Guglielmin: "Zeroglyphics di A. Spatola uscì nel 1966, per la The Red Hill Press di Los Angeles. I caratteri sacri degli antichi, la loro capacità di decifrare i segni del divino nel presente, viene meno. Nella civiltà della comunicazione di massa, il segno ha infatti un valore metafisico uguale a zero, essendo soltanto superficie, residuo di una forma ch'era stata sostanza, da cui ricavare altri, infiniti, residui. Residui di residui, scarti degli scarti: zeroglifici, appunto. (da Blanc de ta nuque). E dice Spatola, in una dichiarazione di poetica comparsa nel libro Zeroglifico (Sampietro, Bologna 1966): "L’obbiettivo della poesia concreta è la ristrutturazione sistematica dei metodi di creazione poetica, mediante la ricerca sperimentale di nuove forme di disponibilità eteronoma del fare poetico e la costruzione di modelli di comportamento inediti all’interno dell’attività creativa. Le esperienze svolte nell’ambito della poesia concreta sono caratterizzate dalla provocazione controllata di aperture semantiche a largo raggio, i cui risultati si presentano come dati preliminari di operazioni successive intese all’analisi delle possibilità “attive” della parola, sulla base del postulato che la parola non è l’oggetto amorfo ma il centro vitale di forze in continua trasformazione. La poesia concreta (effetto ottico + valore semantico) muovendosi nel più vasto contesto della poesia sperimentale analizza le tecniche di interazione tra i vari livelli di significato, agendo per mezzo di metamorfosi morfologiche, fonologiche o sintattiche, e di declinazioni o sostituzioni sillabiche. Arte essenzialmente tecnica, la poesia concreta è poesia razionale, fondata non più soltanto sulle leggi estetiche ma anche su quelle statistiche, e rappresenta un passo decisivo verso il rinnovamento radicale dell’immaginazione." (da Tellusfolio).
Consiglio anche di dare un'occhiata a "Il mondo è stato riconsiderato", sito antologia a cura di studenti e docenti di italiano delle Università ungheresi, in cui è possibile reperire parecchie cose interessanti sulla poesia d'avanguardia, concreta, sonora, lineare e visiva.