Martedì, 24 novembre 2009
Roberto Matarazzo, che ha amicalmente illustrato la mia plaquette "Camera di condizionamento operante", aggiunge questa nota a margine sul suo lavoro, pubblicata anche su Erodiade, Libri e dintorni ecc. Lo ringrazio di cuore.
Presentare un lavoro sinergico svolto con l’amico Giacomo Cerrai non mi è semplice.
La plaquette, Camera di condizionamento operante, Edizioni L’Arca
Felice di Salerno, introduzione, coltissima, di Mario Fresa, e con mio
pensiero visivo oltre che con ulteriore figura in bianconero, ha
eleganza e leggerezza, poesia alta e ideatività sorprendente.
Quando G. Cerrai mi propose di contribuire al suo lavoro rimasi
piacevolmente colpito dallo stesso invito: da non critico amo, da
sempre, fantasticare nei dintorni del sentire e del successivo rendere
in metamorfosi idee e contenuti di Autori in cui credo. Ho coniato un termine che non trova riscontro in alcun buon
dizionario corrente atto a definire, per quanto le definizioni mi
stiano strette, l’artista che si cimenta con questo genere di lavoro,
ovvero il biblioiconico. Specifico che sia rendere i testi della mia biblioteca sorta di
unicum mediante applicazione di specifici fogli colorati, ex libris,
appositamente realizzati per i singoli volumi, sia lavorare su
possibili copertine di libri e/o figure interne agli stessi testi, per
me ha il medesimo sapore ancestrale dell’avvertire in profondità il
senso delle metamorfosi.
Il biblioiconico, in altri termini, è figura di artista in eterna
disponibilità a carpire possibili segreti legati all’Autore e rendere
questi misteri in forme grafiche e/o timbriche elaborate con passione e
rispetto, certo non riducendo l’insieme a mera illustrazione di opera
d’arte, mi annoierebbe e non mi intrigherebbe, ma, bensì, a lettura
sinestetica, iconica/aniconica, dell’opera e resa della stessa sotto
linguaggio altro.
Leggere in anteprima i versi non facili di Giacomo Cerrai,
catturarli nel mio immaginario, darne una doppia suite di resa, una in
bianco nero, l’altra in colori, è stata sfida che mi ha molto stimolato
sul piano delle idee e del fare, del resto le sfide semplici non
conducono che al nulla più assoluto! Ricordo sempre quando lavorai alla
resa iconica dell’Ulisse di James Joyce, metamorfosi novecentesca
dell’Odissea di Omero, a sua volta metamorfosi (in)certa di poemi
perduti tra il Mediterraneo e i deserti del Medio_Oriente, e alla
relativa difficoltà del voler rendere in colori la estrema qualità
letteraria del volume (mitica edizione Mondatori collana Medusa) e alla
gioia infinita di averne data reinterpretazione originale e non
retorica, segni evidenti di aver assimilato la vera lezione Joyciana
che mai ha copiato Omero per averlo realmente compreso negli stimoli
ideativi.
Dunque l’essere Biblioiconico o, meglio, porsi da, e nei riguardi
dell’Amico ha voluto dire per il me artista prima sentire in profondità
il senso poetico dei versi amicali, poi la sottile introspezione che
trasforma i versi stessi in segni e figure, poi la resa su fogli di
questa ultima metamorfosi, per poi percepire l’insieme e leggere nei
colori i versi, vedere nei versi i colori.
Grazie, Giacomo, per avermi coinvolto in questo lavoro emozionante, immaginifico.
(v. qui i Fogli di Finnegans Wake di R. Matarazzo)
Sabato, 27 dicembre 2008
per quanto la si voglia prolungare,
la stagione crepa
senza fuochi,
senza distanza sufficiente
a disegnare altre prospettive
o costruire altari,
né vista abbastanza acuta
per nuove bianche vele,
o messaggeri.
Solo una timorosa invocazione
una pseudo preghiera
allontana i tramonti
nel loro ostinato mutismo,
nella menzogna di uno spettro variabile,
quell’incondizionato credere
di un incredulo pensiero.
La stagione crepa
come uno sguardo nel fondo della giara,
come lo stesso verbo credere tra i denti
la ripetizione di promesse
perde l’intimo suo suono
dell’ultima ora stanca,
nello svariare di ultimi colori.
Da un possibile senso del ritmo Poetico_Musicale che ho percepito in questa Lirica, vergata dall’Amico Poeta Giacomo Cerrai, una mia Metamorfosi in forma di Foglio Colorato in cui i Rossi, stemperati dai Gialli e da un tocco di Bleu_Oltremarino, danno vita ad una Astrazione Liquida in cui la Passione_Ideativa dell’Autore sfuma nella mia Passionalità_Ideatrice: ed è il Foglio, Foglio_Timbrico. (R. Matarazzo)
Il testo è stato pubblicato anche sul blog di Roberto Matarazzo, su Erodiade e su Libri e dintorni. Ringrazio di cuore Roberto per il suo ottimo lavoro artistico e la sua amicizia.
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