Tutti i rumori del mondo
formano un grande silenzio.
J. P.
Joaquín Pasos
nacque il 14 maggio del 1914 a Granada, città sulla sponda occidentale del
grande lago che prende il nome dal paese in cui si trova, ovvero il
Nicaragua. Figlio di Luis Pasos e Rosa María Arguello Jiménez, dopo aver
fatto gli studi primari presso il centro scolastico di Carmela Noguera, una
nota maestra di Granada, si diplomò, il 14 marzo del 1932, nel “Colegio
Centroamérica”, amministrato dai gesuiti, nella stessa città di Granada.
Fin da piccolo mostrò una particolare predilezione per la poesia. Fu un
grande ammiratore di José Coronel Urtecho, Pablo Neruda e César Vallejo.
Visse in una tappa dell’evoluzione culturale del suo paese in cui si
rompevano i dettami stilistici del movimento modernista avviato da Rubén
Darío per promuovere un avanguardismo nazionalista pregno di posizioni
conservatrici. Già all’età di sedici anni, aderì al “Movimiento de
Vanguardia”, al quale aderirono, fra gli altri: José Coronel Urtecho e
Pablo Antonio Quadra. A partire dagli anni ‘30 la sua attività
poetica-letteraria si fece particolarmente intensa e riconosciuta,
collaborando con importanti riviste: “Suplemento”, “La Reacción”, “La Voz
de Oriente”. Nel 1935 si trasferì a Managua per continuare i suoi studi. Si
iscrisse alla facoltà di Diritto, presso l’ ‘Universidad Central’ e terminò
il corso, cinque anni più tardi, senza mai ritirare il titolo. Negli stessi
anni collaborò con altre riviste, quali: “Opera bufa”, “Centro” e la
rivista satirica “Los Lunes de la Nueva Prensa”. Con le sue satire si
scagliò contro il regime di Anastasio Somoza García, che gli valsero varie
volte la reclusione nel carcere de “La Aviación” di Managua. Nel 1939
lavorò a un’opera teatrale insieme a José Coronel Urtecho, intitolata:Chinfonía Burguesa. Nel 1941, scrisse il racconto: El Ángel Pobre. Nel 1946, dopo aver intrapreso un viaggio nel Cile
alla ricerca del libro: “Tutto può succedere” di George & Helen
Papashvily, la sua famiglia gli donò la casa dove sarebbe dovuto andare a
vivere con la donna che avrebbe dovuto sposare, con la quale però non
contrasse mai matrimonio, di contro ebbe un figlio con un’altra donna. Morì
il 20 gennaio del 1947, a Managua, all’età di 33 anni, in seguito a un
arresto cardiaco, provocato probabilmente da un abuso di alcol e da una
febbre tifoidea. Non vide mai la sua opera riunita in forma di libro. Nel
1947, dopo la sua morte fu pubblicata un’antologia della sua opera, secondo
le sue stesse disposizioni, intitolata: Breve Suma. Nel 1962, il
poeta e amico Ernesto Cardenal pubblicò un’antologia più completa dal
titolo: Poemas de un Joven. Oggi Joaquín Pasos è considerato da
molti critici il più importante poeta avanguardista del suo paese e il suo
componimento più rappresentativo, Canto de guerra de las cosas,
una pietra miliare della poesia nicaraguense: «il dolore umano
provocato dal lamento delle cose» come Pasos stesso definì la poesia. Il componimento è una lunga meditazione
metafisica sul tema della morte e della guerra (seconda guerra mondiale) in
un mondo apocalittico che segue il ritmo e la struttura del sermone;
descrive al contempo un vuoto spirituale dettato dalla perdita di
un’identità morale a causa di un ineluttabile abbandono dei valori etici e
religiosi.
Introduzione e traduzione di Emilio Capaccio (*)
Poema inmenso
En estas tardes tu perfil no tiene línea precisa
pues no hay un límite en tu gesto para el principio de tu sonrisa
pero de repente está en tu boca y no se sabe cómo se filtra
y cuando se va nunca se puede decir si está allí todavía
lo mismo que tu palabra de la cual jamás oímos la primera sílaba
y nunca terminamos de escuchar lo que decías
porque estás tan cercana en esta lejanía
que es inútil preguntar cuándo vino tu venida
pues entonces nos parece que has estado aquí toda la vida
con esa voz eterna, con esa mirada continua,
con ese contorno inmarcable de tu mejilla,
sin que podamos decir aquí comienza el aire y aquí la carne viva,
sin conocer aún dónde fuiste verdad y no fuiste mentira,
ni cuándo principiaste a vivir en estas líneas,
detrás de la luz de estas tardes perdidas,
detrás de estos versos a los cuales estás tan unida,
que en ellos tu perfume no se sabe ni dónde comienza ni dónde termina.
Poesia immensa
Questa sera il tuo profilo non ha linea precisa
perché non c’è limite nel tuo gesto per il principio del tuo sorriso
ma d’improvviso questa tua bocca non si sa come traspare
e quando svanisce non si può mai dire se è ancora là
come la tua parola di cui non sentiamo mai la prima sillaba
e non finiamo mai d’ascoltare quello che dice
perché è così vicina in questa lontananza
che è inutile chiedere quando fu la tua venuta
perciò non sembra tu sia stata qui tutta la vita
con questa voce eterna, con questo sguardo continuo,
con questo contorno indistinto della tua guancia
senza poter dire qui comincia l’aria e qui la carne viva,
senza conoscere dove ancora fosti verità e non menzogna,
né quando cominciasti a vivere in queste righe,
dietro la luce di questa sera perduta,
dietro questi versi ai quali resti così attaccata,
che dentro di essi il tuo profumo non si sa dove comincia né dove finisce.
Invento de un nuevo beso
En junio comienza tu estación espiritual con un bostezo
hablando de asuntos adecuados a tu olfato pequeño
leyendo lindas aventuras de amor y de misterio.
Algo hay detrás de ti, cuando
tú misma pretendes custodiar la espalda de tus pensamientos
cuando tu propia sombra, al verte primavera, se cree invierno.
Confesar que la lluvia es enemiga del sosiego,
decir “estoy bien” y asustarse del acento,
estar triste a la hora en que se abren los sueños,
esto revela que tratas de desviar tu recuerdo,
de sustraer tu vida a mi secreto.
Simple es la historia universal, como este cuento.
Pero ahora comienzas a gritar en silencio,
a encender cigarrillos sin fuego,
a verte sin espejo.
Como si yo no oyera, mujer, a través de tu cuerpo
el enorme ruido de tu miedo.
Como si no sintiera que nos envuelve el mismo viento ciego!
Porque podemos
sostener con nuestras maños unidas la cabeza del tiempo
que cae con vaivén de péndulo,
porque en junio florecen los recuerdos y maduran los sueños,
porque lo que hay entre mi fuerza y tu debilidad ya lo sabemos,
porque estamos detrás de nuestros propios pensamientos
leyendo de nuevo la aventura de amor y de misterio.
Invenzione di un bacio
In giugno comincia la tua stagione spirituale con uno sbadiglio
parlando di temi adeguati al tuo piccolo olfatto
leggendo belle avventure d’amore e di mistero.
Qualcosa c’è dietro di te, quando
tu stessa pretendi di custodire il retro dei tuoi pensieri
quando la tua stessa ombra, vedendoti primavera, si crede inverno.
Confessare che la pioggia è nemica della calma,
dire “sto bene” e spaventarsi dell’accento,
essere triste nell’ora in cui si aprono i sogni,
questo rivela che tenti di deviare il tuo ricordo,
di sottrarre la tua vita al mio segreto.
Semplice è la storia universale, come questo racconto.
Ma ora cominci a gridare in silenzio,
ad accendere sigarette senza fuoco,
a vederti senza specchio.
Come se io non sentissi, donna, attraverso il tuo corpo
l’enorme frastuono della tua paura.
Come se io non sentissi che ci avvolge lo stesso vento cieco!
Perché possiamo
sostenere con le nostre mani unite la testa del tempo
che cade con un andirivieni di pendolo,
perché in giugno fioriscono i ricordi e maturano i sogni,
perché quello che c’è tra la mia forza e la tua debolezza già lo sappiamo,
perché siamo dietro i nostri stessi pensieri
leggendo di nuovo l’avventura d’amore e di mistero.