Alcuni testi tratti da "disAccordi - Antologia di poesia russa 2003-2016", edita da Stilo Editrice, a cura di Massimo Maurizio, che raccoglieesempi di una produzione recentissima e giovane (gli autori sono nati tra il 1962 e il 1994), spesso pubblicata solo al di fuori dei canali tradizionali, in blog, siti, riviste alternative. Una produzione anche stilisticamente e tematicamente differenziata, lungo però un filo rosso che il curatore ha individuato nella percezione comune della violenza, strisciante o palese, quotidiana o storica, individuale o collettiva. O anche istituzionale, quella insita fin nel linguaggio di sistema, omologato dalla politica e dai mezzi di informazione, cui l'artista reagisce con una "volgarizzazione", con la violenza verbale della lingua dei violenti. C'è la guerra (compresa la guerra in Ucraina), la ribellione, la rielaborazione del passato in chiave identitaria, la riflessione sul linguaggio, sulla funzione della poesia, sulla cronaca.
I testi che ho scelto mi sono sembrati interessanti, altri contenuti in questo libro un po' meno, ma oggettivamente non sono in grado di stabilire in quale misura la traduzione ha contribuito o ha influito in un senso o nell'altro. In entrambi i casi però rimane forte l'impressione di voci così diverse e distanti dalle nostrane, di forte impatto anche nelle manifestazioni più liriche, anche quando prendono in prestito modalità e atteggiamenti occidentali "arrabbiati" e un po' beat che noi riterremmo ormai datati irrimediabilmente (e certo hanno buoni motivi per farlo, di alzare per quanto possibile la voce). Soprattutto una poesia poco incline all'introspezione autotelica, alla speculazione simbolista, al facile psicologismo.
I testi originali sono stati omessi per difficoltà tipografiche, ma sono a disposizione di chiunque fosse interessato a (e capace di) leggerli.