Suddiviso in nove parti come Mediterraneo di Montale, Meridiano Ovest racconta in versi le ore che intercorrono tra un venerdì sera e un sabato mattina: uno dei tanti venerdì notte in cui i ragazzi italiani, dopo una settimana di lavoro o di studio, si riversano nelle discoteche o nei locali notturni, forse con la speranza di trovare, per mezzo di quella esperienza, «una direzione / possibile solo dopo una veglia» (VIII). Il monologo pensante di Del Sarto prende avvio da una corsa «sull’asfalto dell’autostrada», in macchina, a musica accesa, con i «battiti che si ripetono nell’abitacolo» (I), e termina ancora in macchina, mentre «una stazione FM» risuona «nel vuoto / delle cose» (IX); la scrittura scaturisce con la luce intensa e infuocata del tramonto che getta le ombre lunghe sul guard rail, e si arresta, specularmente, quando l’alba trapassa il parabrezza, mentre l’auto procede sugli stessi viali che avevano dato il titolo alla prima raccolta del poeta trentacinquenne di Massa (I viali, Borgomanero, Atelier 2003); […] l’io che il lettore accompagna nella sua traversata notturna è un uomo solo, inquieto, nevroticamente in attesa di quel simulacro d’affetto che è l’sms, «gioia nervosa» o «desiderio di calore, corpi» (V). […] il poema di Del Sarto somiglia a una lastra fotografica nera impressionata da una galassia di luci, naturali o artificiali, senza che tra le due tipologie esista una qualche differenza sostanziale di significato. Dalla luce, infatti, Del Sarto sembra ricavare quella fiducia che lo salva dalla disperazione cui pure il nulla che si annida dietro le cose, montalianamente e rilkianamente (Duineser Elegien, VIII), parrebbe doverlo condannare. (dalla prefazione di Massimo Gezzi)
Queste due poesie, affisse su un muro di Pisa, precisamente in Via S. Francesco, hanno attirato la mia attenzione qualche giorno fa. Le trascrivo qui. Una, quella di sinistra, è un bel testo di Massimo Gezzi, l'altra, a destra, - un sonetto "urbano" -, è anonima o meglio è attribuita a una identità collettiva di nome Gruppo h5n1 (gruppoh5n1.blogspot.com), la cui filosofia è così riassumibile: "La ricerca letteraria del gruppo vuole definire una “poetica d’amuro”, in cui i temi delle poesie non si infrangono nel lirismo autoreferenziale, ma cercano di raccogliere le meraviglie e le ansie che popolano strade e città: le attese, i viaggi, gli spazi, le notti, le donne del primo mattino". Nume tutelare è Italo Calvino.