Mario Meléndez – La morte ha i giorni contati - Raffaelli Editore, 2013
Tutti, prima o poi, siamo sottoposti alla morte, quel passaggio dalla vita all’abisso in cui la solitudine assume un tempo agghiacciante. Nessuno è
esonerato, nessuno può esentarsi dalla virata dei giorni verso il morire. Ogni religione, molti pensieri filosofici e psicologici si concentrano sulla
visione futura della carne e sulla premonizione di ciò che accadrà dopo, quando la carne sarà spirito. La poesia, molto spesso, si ferma
prima del passaggio, prima dell’interrogazione oscura; si ferma, con il suo pensiero osservante e profondamente sensibile e visionario, in una posizione
prodigiosa e celebrativa della vita. Il poeta sa che la morte è imprigionata nell’esistenza, la rappresenta, le dà pulsione e vigore, sostanza temporale
oltrepassando il concetto di brevità di ogni cosa. Quindi la morte è un’evidente esperienza del tempo vitale che rivela le mille prospettive della
realtà e poco importa se le ombre del dubbio possano sfilacciare le cose e gli slanci del ripartire, del controtempo, del rinascere. Ciò che preme al poeta
è di non lasciarsi inghiottire dalla paura e dal nulla: per questo motivo Mario Meléndez, nella raccolta poetica La morte ha i giorni contati
edita da Raffaelli Editore, 2013, pone in modalità dialogica la morte, la storia e il destino. I richiami alle immagini strazianti della Croce diventano
inevitabile condizione umana, respirano ritmi di concretezza nella vastità cosmica, tanto da ritrovare i personaggi, dal Vecchio Testamento al Gratta e Vinci, come collocati nell’ipertempo, anche in modo ironico, grottesco. Non è facile cogliere l’imperscrutabile legge della
gratuità della flessibilità esistenziale, né il tormento della ricerca di verità: però per il poeta è facile mettersi in ascolto, fino alla fine, fino in
fondo, per toccare ideologicamente la corda d’aria che lega ognuno di noi all’universo. Melendéz, così come afferma Francisco Véjar nella nota
introduttiva, ha composto versi che sono
imprescindibili della poesia ispanoamericana di oggi, dopo molte sperimentazioni in relazione a questo tema che secondo Heidegger riassume tutte le
angustie esistenziali dell’essere umano, in questo libro si genera una svolta essenziale per la sua demistificazione e contingenza. (rita pacilio)