Giovedì, 13 maggio 2010
Quando si parla di Hart Crane (1899 - 1932) ci si deve riferire ad una della figure poetiche più eminenti del '900 americano. Rappresentante del Modernismo americano, influenzato da Eliot e Pound (e dall'Imagismo) e attraverso di loro anche dai simbolisti francesi, Crane ha continuato a sua volta ad influenzare poeti e artisti, da Edmund Wilson a William Carlos Williams, da Marianne Moore a Allen Ginsberg fino a John Berryman e Robert Lowell, e perfino un pittore come Jasper Johns e critici come Harold Bloom. I testi qui pubblicati, nella traduzione di Roberto Sanesi, appartengono alla sua prima raccolta, White buildings, apparsa nel 1926. Ma il suo capolavoro, a cui ci si deve rivolgere per avere una piena visione della sua arte, è il poema The Bridge (Il ponte), del 1930, in cui il Ponte di Brooklyn diventa simbolo quasi epico di slancio positivista verso il futuro, di elemento dinamico di congiunzione con il passato, di tensione - anche drammatica - tra natura e opera dell'uomo, tra America vecchia e nuova.
Per altre informazioni sull'autore v. Hart Crane: Biographical Sketch (in inglese)
Leggenda
A Waldo Frank
Silenti come si crede che sia silente uno specchio le realtà nel silenzio si tuffano, vicino...
Non sono ancora pronto al pentimento; né a accendere rimpianti. Poiché la falena altro non curva che la fiamma immobile implorante. E i baci tremolanti nei fiocchi bianchi che cadono, — sono le sole cose, fra tutte, che abbiano valore.
Si possono imparare — questa scissione, questo bruciare, ma solo da chi intenda di nuovo consumarsi.
Due volte e ancora due volte (ancora il fumante souvenir, eidolon sanguinante!) eppure ancora. Finché la logica splendente sia vinta senza sussurri, come si crede sia uno specchio.
Poi goccia a goccia caustica un perfetto pianto come da uno strumento a corda leverà un'armonia costante, — un salto inesorabile per tutti quelli che spingono la leggenda della loro giovinezza nel pieno del meriggio.
Legend
To Waldo Frank
As silent as a mirror is believed Realities plunge in silence by ...
I am not ready for repentance; Nor to match regrets. For the moth Bends no more than the still Imploring flame. And tremorous In the white falling flakes Kisses are,— The only worth all granting.
It is to be learned — This cleaving and this burning, But only by the one who Spends out himself again.
Twice and twice (Again the smoking souvenir, Bleeding eidolon!) and yet again. Until the bright logic is won Unwhispering as a mirror I believed.
Then, drop by caustic drop, a perfect cry Shall string some constant harmony,— Relentless caper for all those who step The legend of their youth into the noon.
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