Mercoledì, 12 settembre 2012
sono qui fermo l'albero davanti che preso dalla luce muove i rami e l'icona del suo parlarmi scocca
un collo umano esce dalla casa rientra richiudendo le persiane
***
l'io brunito non può carezza per corazza rivolgersi fissando a un volto esterno "il prossimo" abbracciando
e non perché sia guscio uscio vuoto da flussi sballottato dall'interno agito e rosicchiato più di tanto
quanto perch'è diviso e unito nel bosco delle case essendo uguale e unico già in sé tra contagiosi e ostili sorridente attrito
***
è picchiettando sul nulla, che rimane così suolo bagnato, che la lettura, lo studio, magari veloci, creano la gabbia di un tempo acutamente solitario semicoincidente con lo spazio orario tollerabile camera
***
è impossibile capirti? giro intorno ai suoni della tua voce, scruto i lineamenti a specchio la luce sulla tavola imbianca il circospetto rilevo accostamenti rifletto: tu sei tu. E "noi" cosa sta a fare? è infisso anche di più? una brina leggera il ragionare
***
come l'acqua viene ghiaccio d'un tratto ho la rivelazione della connessione: atomi dei corpi separati dagli atomi slacciati dello spazio
nell'ombra lavorata delle imposte infantile, un bicchiere di latte
***
la polvere sul tavolo e tramite la finestra nella luce che forma rombi chiari e liberi nell'ombra rettangoli lucenti, ovunque è come ovunque? la serie silenziosa dei granelli, dei legni, della mente; tutte le porte aperte della casa alimentano solo una corrente. Schiusi i vetri, il transito del fluire vivente con il suo mantello di teorie circa i convogli della solitudine.
***
Mezzo nel sonno rifletto su passaggi tra un corpo e l'altro tra due o più vicende tra le voci e su persone appartate non da poteri assoggettate ma come in attesa donne in primo luogo
***
Preme l'autunno tornano al lavoro continuo a studiare nelle gialle foglie di carta mi agito e dormo.
Mercoledì, 13 gennaio 2010
Angelo Lumelli è nato nel 1944 a Momperone (Alessandria) «nel basso Piemonte, tra colline un po' recluse» dove è ritornato dopo aver vissuto a Milano. E' un poeta schivo che, come di lui ha detto Giancarlo Majorino, ha i «piedi in terra» e la «testa in fiamme». Cosa bella cosa, (Guanda 1977); Trattatelo incostante, (Savelli 1980); Bambina teoria, (Corpo 10 1990), sono le sue raccolte più significative. Lumelli ha anche pubblicato un libro di narrativa, Un Pieno di Super (Novirom 2005). Tra le sue traduzioni ricordiamo gli Inni alla notte di Novalis per Guanda nel 1977. Nel 2008 è uscito Per non essere l'acqua che amo, La Vita Felice.
Il poemetto qui presente è tratto dall'omonimo libro "Trattatello incostante" - Savelli 1980, collana "Poesia e realtà" a cura di Giancarlo Majorino e Roberto Roversi, oggi credo introvabile. In fondo al libro segue il "dibattito", idea che oggi fa forse sorridere almeno i più anziani perchè rimanda a un periodo infervorato e caotico e ricorda i primi film di Nanni Moretti, ma che forse tornerebbe utile riproporre al posto delle solite postfazioni. Ne trascrivo in calce le prime battute, utili per capire il Lumelli di allora e anche per farsi un'idea del clima dell'epoca.
Continua a leggere "Angelo Lumelli - Trattatello incostante"
|