Martedì, 28 dicembre 2010
Un importante poeta tedesco (dell'allora Germania dell'Est, da cui fuggì nel 1979) che quando lo lessi, una trentina di anni fa, mi piacque molto. I testi qui riprodotti nella traduzione di Giorgio Cusatelli, sono tratti da Unterwegs nacht Utopia (In Viaggio verso Utopia, 1977), che ignoro se siano stati poi compresi in qualcuna delle pubblicazioni italiane di Kunert. Recentemente le edizioni Kolibris di Chiara De Luca hanno proposto Il vecchio parla con la sua anima, trad. di Luca Viglialoro (v. qui la documentata recensione di Roberto Corsi). Altre poesie sono reperibili su "La dimora del tempo sospeso" (v. qui), nella traduzione di Vincenzo Gallico, alla cui nota introduttiva rimando. L'utopia a cui allude il testo è quella della costruzione del socialismo nella ex DDR, verso cui Kunert è sempre stato critico assegnando alla poesia "un'area ideologica e una misura tonale significativamente estranee alla situazione coltivata dal regime" (Cusatelli). Attitudine che, nella sua universalità, rende la poesia sospetta agli occhi di qualsiasi regime.
PROGRAMMI DI VIAGGIO
Programmi di viaggio: ah sì alle radici dei salici più vecchi dove si compie la salvezza e avviene la metamorfosi
forse nell'ambra che chiara ci farebbe da corazza ma mouche per questo però c'era da alzarsi prima
oppure ai varchi tra legno e legno dove troviamo insetti più solerti che a casa
E qui punto
Meglio ancora nella tana nella serratura nella cruna dell'ago dappertutto andiamo andremo dove si stia sicuri dal tempo variabile e da geli così dai dolci intrighi e dagli errori ostinati dei papi dove nessuno con la bibbia appena ti levi su ad una chiazza immota ti riduca nei secoli dei secoli: ad angelo che fu.
NOTIZIE DALLA PROVINCIA
Le devastazioni più gravi arrivano sotto la superficie e restano dapprima invisibili. Sprofondati i luoghi di tanti incontri. Cave a gradoni in mezzo alle pianure non scandagliate. A tumuli cresce l'erba ma sotto stanno giusto tombe. Facciate ancora ma dietro le tendine già niente. E al legno assente speculativa aderisce l'impiallacciatura. Vero non è più niente: apri la porta e non ti trovi in nessun posto. Apri un libro e non contiene che parole. Un velo ormai tuo fratello e si muove intorno leggero come certa carta. Quando s'aprono i frutti cadono mondi che mai fioriranno: le fatiche della devastazione hanno raggiunto il nocciolo che appare quasi un cervello minuscolo tra pollice e indice facile da sbriciolare.
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