Otto bellissimi testi della poetessa iraniana Forough Farrokhzad (1935-1967), già presente su IE (v. qui), tratti dal libro "La strage dei fiori - Poesie Persiane di Forugh Farrokhzad", una antologia curata e tradotta da Domenico Ingenito (Ed. Orientexpress Napoli, 2007, collana Le Ellissi). Poesie di una passione e di una liricità impensabile ormai per noi, poichè, come avverte Ingenito nella prefazione "ormai vaccinati e resi immuni alla passione che i versi più antichi della nostra tradizione italiana potrebbero e dovrebbero suscitare, difficilmente riusciamo a comprendere come nella fruizione poetica di gran parte degli iraniani di oggi convivano classico e moderno, secondo uno schema estetico che non ci appartiene totalmente. Guardiamo in lontananza i nostri classici, il canone da cui trae origine la nostra lingua, e scopriamo invece, ancora una volta, come in Iran sia sempre presente adesso la voce del passato, nelle sue molte forme dove nel verso è riconosciuto lo slancio di una continuità". Forse è questa distanza che può suscitare in noi un'impressione, rispetto a questi testi invece modernissimi, di semplicità quasi ontogenetica, preculturale. "Pronto sempre è - aggiunge Ingenito -lo sguardo cinico ad accusare di ingenuità la parola semplice", ma, avverte giustamente, "ancora una volta è necessario evitare di confondere la semplicità con la superficialità", evitando anche, aggiungo, di leggere questi testi a nostra volta superficialmente. E' importante viceversa sforzarsi di penetrarli quasi empaticamente, per coglierne per quanto possibile le sfumature emozionali, i sottili e discreti rimandi erotici, la totalizzante idea di poesia di questa autrice che sfugge perfino ai tentativi di essere ascritta a categorie di genere o assunta a modello di antesignana femminista impegnata.Per le notizie bibio-bibliografiche Di F.Farrokhzad rimando alle numerose risorse disponibili in rete. Domenico Ingenito è dottorando di ricerca (Ph.D. candidate) in Letteratura Persiana presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" e membro del Comitato organizzativo di Biennale EST - Europe as a Space of Translation ideata dall'Istituto Orientale di Napoli con la collaborazione di Parigi 8, Vienna, Dresda, Bucarest e Istanbul, un festival della traduzione che si terrà a Napoli nel novembre di quest'anno (sito di riferimento: http://www.estranslation.net). E' traduttore, oltre che dal persiano, anche da portoghese e catalano, nonchè poeta.Colgo l'occasione per ringraziarlo della gentile collaborazione e per il materiale fornito.
Saluterò
di nuovo il sole
Saluterò di nuovo il sole,
e il torrente che mi scorreva in petto,
e saluterò le nuvole dei miei lunghi pensieri
e la crescita dolorosa dei pioppi in giardino
che con me hanno percorso le secche stagioni.
Saluterò gli stormi di corvi
che a sera mi portavano in offerta
l’odore dei campi notturni.
Saluterò mia madre, che viveva in uno specchio
e aveva il volto della mia vecchiaia.
E saluterò la terra, il suo desiderio ardente
di ripetermi e riempire di semi verdi
il suo ventre infiammato,
sì, la saluterò
la saluterò di nuovo.
Arrivo, arrivo, arrivo,
con i miei capelli, l’odore che è sotto la terra,
e i miei occhi, l’esperienza densa del buio.
Con gli arbusti che ho strappato ai boschi dietro il muro.
Arrivo, arrivo, arrivo,
e la soglia trabocca d’amore
ed io ad attendere quelli che amano
e la ragazza che è ancora lì,
nella soglia traboccante d’amore, io
la saluterò di nuovo.
da Un’altra nascita.