Il Rodomonte sotto la stella
nove
Sono venuto per inavvertenza. Non so che cammino ho preso, quale ricordo sottile ho fatto scivolare nella tasca. Ci sono, ma non restero'; nessuno è mai restato! Anche i ciechi e i malintesi incrociano i fuochi di San Giovanni, il lampione ottuso dell'angolo della strada. Sono sereno,fra pazienza e movimento intempestivo. Senza dubbio sarebbe strano ammansire una lucciola, invitarla ad abbandonare l‘erbario. Lo so. Tuttavia un’oncia di paura pre-nuziale mi sbianca qualche pelo. Faccio il superbo; faccio il bello, il rodomonte sotto la stella. Ma penso ad una falce sulla nuca...
otto
Mi sono accorto di non essermi mai bene allontanato da una truppa di ciechi e di malintesi. Ne ho preso coscienza per mancanza di sole un giorno in sovrannumero.Non ci ho fatto attenzione sul momento.E' venuto insidiosamente per pennellate nemiche. Ho saputo precisamente l'isolamento che mi attanaglia...e non l'ho più dimenticato.Non è un dispiacere.Non mi impedisce di vivere, e questo è intrigante. Ci si abitua come si sopportano le proprie varici, fino al loro scoppiare. L'istante della lacerazione aspetta sotto i miei passi.
sette
Arrivato qui per inavvertenza, me ne andro’ per lo stesso cammino. Avro' frugato qualche angolo, lasciato consapevolmente delle tracce, trascurato la noia alla mia porta. Un ricordo , forse , come eco di passaggio... ne ho l'intima speranza. C'era una volta una folla di uomini e di donne. Li sento miei in ogni parte della pelle in un sogno di bambino matto.
sei
Non mi piace il lampione ottuso all'angolo della strada! Disturba le stelle, accoglie i cani con le zampe alzate. Ho la strana idea di sbullonarlo, pezzo per pezzo. Aspetto l'estinzione complice della luna. Sbarazzato dell'inopportuno, baciero' il cielo sdraiato sul marciapiede...
cinque
Avrei dovuto diffidare della malignità degli aneddoti . L'altra mattina, ancora attonito della santa notte, mi conficcai nel tallone l'esatta ferita d'amor proprio che aveva guastato la mia serata della vigilia. Ahi! Corbezzoli! Iella! Bestemmiavo con queste grida inusitate e mi mordevo la lingua per tacere ogni confessione. I maldicenti non ebbero soddisfazione.
Baciavo i ragazzi di strada.
quattro
Si trattta di riempire il vuoto ! Tutto potrebbe finire qui ! Ma come succede spesso, questo non è il caso ! Nei risvolti della giacca ci sono dei sospiri incompiuti; c'è un passo a due, un imprevisto sostenuto fra pazienza e movimento intempestivo...Sapendo questo, risulta delicato apparire sereno alle serate ; allora, evitarle, o rompere questa atmosfera , a voce alta, con battiti di mani, di piedi; di mani di maestro, va da se ! delle mani acri e ruvide, dirette rimuginazioni dell'intimo profondo.
tre
Ebbi la certezza del dispiacere, sospetto sotto la lingua ovattata. il sole inabissato oltre l'orizzonte prevedeva la fuga. Andavo a passo discreto nella nassa. Il nero all'improvviso s'incollava alle mie fossette. Allora, nell'erba polverosa,toccai il mio saluto; tenni il volo cruciale della palma.; ammansii una lucciola. Da allora, la paura si è allontanata dai miei ornamenti, cammino senza falsi-detti.
due
La riflessione di un gallo involgarito ha offeso la rondine. ella ha sbattuto la porta a più non posso! In questo piccolo casino, abbandono dell'erbario dai rovi inorgogliti, polveri vegetate, dissolutezza di un giorno, luogo di scrollare il vento ai ritornelli invecchiati, E' urgente ridere in nobile constatazione di nervosismo, in ruvidi passatempi. E' furiosamente questione di barelle sfasciate e di gramigne fiorite.
uno
Sono uscito da solo. Vado sul marciapiede fino dall'altra parte. Gira e rigira nella mia testa. Solo, colto da una maledetta fifa,questa oncia di paura pre-nuziale che mi ha preso per il colletto e mi scuote di un tremito incontenibile.
zero
I fuochi di San Giovanni stirano l' orlo dei miei pantaloni. Cio' sconvolge la mia bonorietà abituale, mi obbliga a scoprire i polpacci. Davanti a me, un mucchio di pietre scavato nel mezzo specifica l'appartenenza alle origini. Dimenticato dai kermes,offre la sua decomposizione all'ozono. L'altopiano imperturbabile afferra la mia bocca e la tace!
(trad. Elena Berti)
nell'illustrazione: Collage di Henri Tramoy
Olivier Bastide, nato nel 1962 a Carpentras, maestro elementare, dottore in lettere. Soleils et Cendre pubblica le sue prime poesie, poi seguono altre riviste fra le quali Décharge, Encres Vives, Verso, Autre Sud e Les Archers. Sui Solicendristes sono pubblicati Certitude première (2001), L'Arpenteur (2002), BestiAire (2002), Le Matamore sous l'étolie (2008); Articles de ménage et de bazar (Polder 2002) ; Con Encre vives, Sédimentaires~Originaires (2003),Traverse (2005); Con le edizioni Klanba, Le bouilleur de cru (2006) ; partecipazione a opere collettive delle edizioni Sillages,Solitudes (2004), Traces (2005), Femmes (2006), Resistances (2008). Partecipazione (poesie e fotografie) a VOYAGEDIMAGES, spettacolo di danza del Centro d'Arte Artedanza di Elena Berti a Orange nel Vaucluse nel dicembre 2008. Membro dello Scriptorium dal 2008 (http://www.scriptorium-marseille.fr/search/bastide).
http://www.facebook.com/olivier.bastide?ref=profile.