Lunedì, 27 luglio 2009Edmond Jabès - II foglio come luogo della sovversione e del biancoCommenti
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E' affascinante il ragionamento ed anche le parole usate per esprimerlo.
Curiosa e originale l'affermazione " Dio ha creato l'uomo a immagine della Sua sovversione." Può essere, ci sta benissimo, mi è piacito così come all'inizio quando mette sullo stesso la neve e la sabbia, le montagne e il deserto. Sandra
Era in libreria che stava a impolverarsi ...
Almeno lo rileggo. Grazie Giacomo! ciao, Giuseppe.
"Un suono emesso – emesso da chi? – e poi nulla.
Una parola – scritta da chi? – e poi un bianco. Ascoltare quel nulla. Leggere quel bianco. " Un grande maestro, da ricordare...
e' molto interessante, ogni riga si presterebbe a essere ribattuta. Come anche a chiedersi se ancora ha senso parlare di sovversione e, nel caso, se l'unica rimasta non sia quella dell'uomo contro la propria natura necessariamente caduca, senza paradiso e destinato a essere ricordato solo dai propri cari. Se può rassegnarsi a questo o ha bisogno di comparire un attimo, di segnalare una volta almeno il suo nome per avere fra le mani l'amuleto contro il nulla. Il topo bianco d'avorio è il nome proprio accampato in ogni foglio, l'illusione dell'eternità e la sconfitta della cultura:
Non so come stremata tu resisti in questo lago d'indifferenza ch'è il tuo cuore; forse ti salva un amuleto che tu tieni vicino alla matita delle labbra, al piumino, alla lima: un topo bianco, d'avorio; e così esisti! La parola viene trattata come una prostituta, non è sovversiva, è una schiava per i desideri di un IO qualsiasi. E non so se sia più possibile scegliere. Probabilmente la sovversione è tacere, ora come rispetto per la morte della poesia, amarla in privato se si ha la forza di sentire ancora amore. Ricostruire nel silenzio il bello disgregato, la personalità omologata ed essere ciechi, sordi, abulici.
di Jabes avevo letto Il libro delle interrogazioni, che ancora oggi torno, a rileggere.
Ci sono fratture, in quella parola, dove nascono luoghi a cui solitamente non diamo retta, a cui non facciamo caso. Lui si ferma, un tempo che non attende una misura per collocarne la posizione dentro ciascuno di noi, non solo in se stesso. Questo testo, invece, non lo conoscevo, per cui ringrazio per la presentazione, lo cercherò.ferni
Qui le parole si fanno veicolo di messaggi che vanno oltre la singola parola.
La parola non è più tanto abisso in sé, ma è circondata da una misura d'abisso. CIEL ET TERRE JABES EDMOND Un chien bleu avec des poils gris. Un chat gris, avec des yeux bleus. Un mur blanc et chaud. Le chat dessus. Le chien dessous. Et un oiseau s'amusant bien Tout là-haut. Tout là-haut. Ciel bleu. Terre grise. Pour les vivants, point de surprise. Le monde sera toujours ce qu'il est, Comme le chien et comme le chat, Comme l'autruche et le chameau, Comme l'aube et le crépuscule et comme le rève de ce bel été qui recule.
e questa è magia (il libro lo ho dentro la borsa, da settimane ---per non dire decenni)...
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tratto da qui II foglio come luogo della sovversione e del bianco Sovversivo è il foglio su cui la parola crede d'accamparsi; sovversiva è la parola attorno alla quale il foglio dispiega il suo bianco. Un passo nella neve è suffi
Tracciato: Lug 29, 10:17