Lunedì, 20 luglio 2009Giovanni Catalano, l'osservatore scientifico - Nota su "Immaginate la ragazza"Trackbacks
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E' un piacere leggere questi quadri di vita quotidiana che hai recensito con passione e competenza. C'è freschezza di versi e poesia nel descrivere. Sandra
Grazie Sandra,
ne approfitto per ringraziare di cuore anche Giacomo per lo spazio dedicato ai versi e per la sua bella nota di lettura. Con acutezza, Giacomo, coglie molto delle intenzioni del libro, spero sia stata una piacevole lettura, leggera. La "leggerezza", è l'aspirazione che ha contraddistinto il lungo lavoro sui testi, una sfida piena di trappole e di contraddizioni, la sfida forse di riuscire a dire le cose TRA le parole e non con esse... Un caro saluto, Giovanni
Ho letto le poesie proposte e, pur con tutte le attenuanti di un'opera prima, trovo che ancora i versi manchino d quella personalizzazione che rende un autore padrone di un suo linguaggio e, per questo, difficilmente confondibile con altri.
In sintesi: ultimamente la poesia mi sembra tutta uguale. Non so se è perchè c'è uno stesso modello (conscio o inconscio che sia) che crea un'omologazione di base o perché c'è un'omologazione di base e basta (modello escluso). Ora non voglio sembrare accanita, per essere un'opera prima non è male però, però poi per continuare bisogna lavorare, leggere e scavare dentro di sè tanto.
Ciao Maeba,
capirai che non è agevole spiegare qui, con un commento sul blog, cosa mi ha spinto a ricercare una certa forma espressiva e a concentrarmi su certe tematiche e non su altre. Ma già questa ricerca, aldilà dei risultati che possono interessare alcuni lettori più di altri, è quanto di più lontano possa immaginare dall’omologazione. L’omologazione di cui parli non so se deriva da un’impressione complessiva di lettura, se ti riferisci alle scelte stilistico-formali, ai contenuti. Credo che esistano infiniti modi di fare poesia (ed infiniti modi di non farne…). Sono d’accordo con te sul fatto che sia sempre necessario (e dal primo all’ultimo libro, senza "attenuanti") un lungo, estenuante, lavoro sui testi per guadagnare o mantenere una voce unica, riconoscibile, ma credo che un lavoro in tal senso cominci già a vedersi da questa piccola, modesta, opera prima. Certo il gusto sottintende la condivisione di parametri estetici (che possono essere più o meno in linea con lo spirito dei tempi) ed è influenzato da fattori collaterali (la cultura, la vicinanza di vissuti). Quanto allo “scavo dentro di sé” credo sia troppo spesso l’alibi dei cattivi poeti, scontato che si debba scavare dentro (o fuori) di sé (o degli altri), ma questo non basta a far poesia, spesso fa male a certa nostra giovane poesia contemporanea che non ha nulla da dire, che non sa trovare nuovi mezzi per dire, che spesso suona così vecchia e banale. Il solo scavo dentro di sé mi fa pensare all’idea romantica di originalità, è un’idea borghese che davvero non mi appartiene. Un abbraccio, Giovanni
Mi fa piacere, il tuo atteggiamento è molto maturo.
Quello che sento è un'esposizione soggettiva dovuta probabilmente a troppa poesia, nel senso che ne leggo troppa e, soprattutto a livello informale, mi sono ritrovata a tu per tu con delle sillogi che in parte ripropongono una modalità espressiva in prima persona e basata su un vissuto vicinissimo da cui sembrano lasciarsi attraversare "passivamente". Quando parlo di voci riconoscibili voglio specificare che in tutta la poesia attuale penso non ce ne siano più di una decina. Si può essere buoni poeti anche senza forzare l'originalità, tanto più che, quando viene reclamata a forza, solitamente porta a degli esiti non armonici. In alcuni momenti c'è molta descrizione, una descrizione che non sembra (per quanto in realtà sia impossibile) passare attraverso quello che senti ma limitarsi a passare dai tuoi occhi come se non fossi un filtro. Un pochino mi ricordi il V. Ronchi, il curatore della tua collana. Un racconto di momenti quotidiani, ben scritti, ma che non mi coinvolgono, sicuramente per un gusto personale, perché cerco l'emozione o lo stupore (e ne trovo pochi, in ogni dove) e sempre per vie soggettive. Come opera prima è valida, questo mi preme dirtelo, però è naturale per chi ama la materia sperare sempre nel meglio. Hai ragione quando dici che scavare dentro è il presupposto con cui si giustifica molta brutta poesia. Infatti isolato dagli altri elementi, dallo studio e dal confronto, se non si è maturi è un punto contro, forse un'involuzione, però penso che per provare a trovare quella voce unica, se c'è la possibilità che esista, sia un elemento fondamentale. Altrimenti la poesia rimane una descrizione e, per carità, al momento è l'unica poesia che interessa e che sembra essere avvalorata...Ma non è un buon tempo per la poesia (forse il peggiore di sempre), per la letteratura tutta. E chi la ama deve auspicarsi un momento migliore. Sono comunque sicura che questo lavoro avrà successo perché ha molto di quello che si cerca. In bocca al lupo per tutto
p.s. Tra quelle proposte Clorinda è la mia preferita di gran lunga, la chiusa in particolare è ricca di efficacia. Poi dovrei leggere tutto il libro per farmene un'idea piena e per vedere qual è il tono dominante altrimenti, quanto detto, va preso sempre come un'opinione parziale.
interessante scambio di battute. Non entro nel merito, aggiungo solo che la selezione di testi proposta è una mia scelta soggettiva e non è detto che sia la migliore possibile o che riesca a dare un'idea complessiva del libro. Una scelta è sempre un terno al lotto.
grazie a entrambi, vedo che la passione non manca
mi piace il tuo tono... asciutto, pulito, arioso. Vai al nocciolo delle cose e, secondo me, è un bene.
Non so se vedo altrettanto bene, ma mi pare di scorgere influssi della "linea lombarda", nonostante la tua personale freschezza sia ben visibile e si lasci apprezzare. Voglio comprare la tua silloge, gli esordienti vanno sempre e comunque sostenuti ![]() Un caro saluto, Anna
Ti ringrazio molto, Anna.
Non c'è dubbio che una certa linea lombarda abbia influito sulla mia ricerca, una tensione alla sobrietà, un gusto per la parola e per il citazionismo, una sottile ironia. Una sorta di iper-letterarietà della realtà, anche nei suoi episodi marginali, si fa pretesto e, insieme, sguardo commosso. Spero di risentirci presto. Ne approfitto per complimentarmi con te per le tue belle poesie che ho letto di recente, davvero interessanti. Un abbraccio, Giovanni
bene, dite anche a me dove trovare qualche testo di Anna, sono curioso...
un saluto
http://www.lietocolle.info/it/g_catalano_su_ruotolo.html
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