Nei giorni dal 22 al 24 aprile p.v. un gruppo di poeti e traduttori francesi appartenenti alla Associazione Scriptorium di Marsiglia (link), fondata nel 1999 da Dominique Sorrente e altri, tra cui l'amica Angèle Paoli, effettuerà una trasferta in Toscana. Storicamente attenta alla poesia italiana e vocata ai gemellaggi poetici (già nel 2006 era stata presente alla "Primavera dei Poeti" italiana) Scriptorium avrà come obiettivo principale Pistoia, dove, tra le altre cose, francesi e italiani si confronteranno sull'opera di Piero Bigongiari, richiamando una delle sue opere più note, "Le mura di Pistoia".
Tra i partecipanti francesi André Ughetto, poeta e traduttore di Petrarca e Bigongiari, Dominique Sorrente, Olivier Bastide e Angèle Paoli, poeti con all'attivo numerose pubblicazioni, Elena Berti e Valérie Brantôme, traduttrici, che parteciperanno anche ai previsti Seminari di traduzione. Per la parte italiana saranno presenti Paolo Iacuzzi, Maura Del Serra, Giacomo Trinci, Alessandro Ceni, Marta Canfield, Enza Biagini e altri. Partenariati proposti con le riviste Area di Broca, Semicerchio, Erba d 'Arno.
Questi gli incontri principali, salvo variazioni:
22 aprile: nella mattinata atelier di traduzione, Biblioteca San Giorgio, sala Bigongiari; nel pomeriggio: "Traduzioni francesi di Piero Bigongiari", conferenza di André Ughetto e Paolo Iacuzzi, con Enza Biagini, ricercatrice
23 aprile: nella mattinata atelier di traduzione, Biblioteca San Giorgio, sala Bigongiari; nel pomeriggio: lettura a cielo aperto, poesia a più voci sui bastioni, alla fortezza di Santa Barbara, con la presenza di poeti toscani
24 aprile: nella mattinata atelier di traduzione, Biblioteca San Giorgio, sala Bigongiari; nel pomeriggio: "La poesia e il suo doppio": lettura bilingue franco italiana dei testi tradotti in collaborazione durante gli ateliers
FRA TERRA E MARE
L'onda che si accavalla
trova in se stessa sponda all'infinito,
ha udito, nel suo orecchio, in una stalla
il muggito più fievole dei secoli
che propone a finito ed infinito
di toccarsi fra loro, trastullarsi
in un piccolo corpo infreddolito.
Se le eriche là al vento rosseggiano
e il mare trova in schiume l'elemento
del suo frangersi in luce, chi, chi attento
al quasi nulla sente quasi tutto
stringersi in sé mentre intorno a sé espande
anche il pianto d'un re. Ande remote
nevano l'orizzonte: è il qui che è grande.
Il qui che non è qui. Se si sgranchiscono
le gambe di chi tanto ha camminato
sul suo qui, è il suo qui, tese le rande,
che ascolta il vento empirgli del profumo
dell'altrove le nari: ancora ballano
sulle maree le navi, ascolta lungo
i travi scricchiolare
nelle murate il soffitto degli avi.
(da Col dito in terra)