1.
è tutto qui,
nel diario di bordo –.
Una breve fila di
note a margine
di impulsi, sottili
linee a venire –.
Ora: ufficio; ora: camminare;
ora: traffico/breve incazzatura –
(e poi un lento rùmine,
un vegetativo decadimento
di notizie...)
[chissà se impenna, se
per qualche motivo il cuore
somatizza]
2.
ci sei in questo breve dormicchiare?
(annota; segna tutto!)
o ti deludi o illudi
(e chissà se i sogni
si registrano...)?
rinunci a respirare; immagini
che la macchina si strozzi
nei suoi propri fili? e che insomma
il battito rallenti,
come fosse di vero
una patente?
(il giorno di 24; l’arruffìo delle cifre;
un’altra (avanti; scrivi!) incazzatura:
come un ripristino d’ossigeni,
nel sangue, empatico...
[et alibi anima fortasse]
3.
abbuia-. I passi, il viale,
e il frascame: denaturato
disperdersi delle foglie,
pre-pensionato pre-figurato
autunno.
L’ingombro, leggero, sul fianco
impone un prudente procedere.
[cos’è poi la vita se non questo...]
4.
e questo coso – dico - percepisce te,
mancanza mia? e il moto,
il sobbalzo d’un tuono lontano,
come la dimestichezza
di piccole paure?
chissà se – forse - registra
assenze intermittenti di qualcuno;
la malinconica cadenza
dell’ineffabile sentire...
[e il cuore, ancora,
se deve,
ha moto regolare]
5.
oggi si stacca la spina.
Le emanazioni elettriche ora
un riverbero
di echi dentro echi
nella concavità del corpo -
senza altri uditori.
Ad altri la decifrazione
di anse e picchi e seni.
A me il respiro l’alito
la guancia discreta sul petto
[di chi ama in me questa lenta
entropia...]