Dopo l'assaggio di tre giorni fa, ecco il testo completo de
L'ano solare
, nella mia traduzione. Un testo visionario, aggettivo spesso usato a
sproposito, anche per altri autori, ma qui quanto mai appropriato.
E' chiaro che il mondo è puramente parodistico, nel senso che ogni cosa che
si osserva è la parodia di un'altra, o ancora la stessa cosa sotto una
forma deludente.
Da quando le frasi circolano nei cervelli occupati a riflettere,
si è proceduto ad una identificazione totale, poiché con l'aiuto di una copula ogni frase lega una cosa all'altra; e tutto sarebbe
visibilmente legato se si scoprisse a colpo d'occhio nella sua totalità il
tracciato lasciato da un filo d'Arianna, che conduce il pensiero nel suo
stesso labirinto.
Ma la copula dei termini non è meno irritante di quella dei corpi.
E quando io esclamo: IO SONO IL SOLE, ne risulta una completa erezione,
perché il verbo essere è il veicolo della frenesia amorosa.
Tutti hanno coscienza che la vita è parodistica e che manca un'interpretazione.
Così il piombo è la parodia dell'oro.
L'aria è la parodia dell'acqua.
Il cervello è la parodia dell'equatore.
Il coito è la parodia del delitto.
L'oro, l'acqua, l'equatore o il delitto possono indifferentemente essere
formulati come il principio delle cose.
E se l'origine non rassomiglia al suolo del pianeta che appare esserne la
base, ma un movimento circolare che il pianeta descrive intorno a un centro
mobile, un'auto, un orologio o una macchina da cucire possono ugualmente
essere accettati come principio generatore.
I due principali movimenti sono il movimento rotatorio e il movimento
sessuale, la cui combinazione si esprime con una locomotiva composta di
ruote e pistoni.
Questi due movimenti si trasformano l'uno nell'altro reciprocamente.
E' così che ci si avvede che la terra girando fa accoppiare gli animali e
gli uomini e (siccome ciò che risulta è anche la causa che lo provoca) che
gli animali e gli uomini fanno girare la terra accoppiandosi.
E' la combinazione o la trasformazione meccanica di questi movimenti che
gli alchimisti ricercavano sotto il nome di pietra filosofale.
E' per l'uso di questa combinazione di valore magico che la situazione
attuale dell'uomo è stabilita in mezzo agli elementi.
Una scarpa abbandonata, un dente guasto, un naso troppo corto, il cuoco che
sputa nel cibo dei suoi padroni stanno all'amore come la bandiera sta alla
nazionalità.
Un ombrello, una sessantenne, un seminarista, l'odore di uova marce, gli
occhi accecati dei giudici sono le radici da cui l'amore si nutre.
Un cane che divora le viscere di un'oca, una donna ubriaca che vomita, un
ragioniere che singhiozza, un vaso di mostarda rappresentano la confusione
che serve da veicolo all'amore.
Un uomo messo in mezzo agli altri è irritato di sapere perché non è uno
degli altri.
Sdraiato in un letto accanto a una ragazza che ama, dimentica di non sapere
perché è lui invece di essere il corpo che tocca.
Senza saperne niente, soffre a causa dell'oscurità dell'intelligenza che
gli impedisce di gridare che è lui stesso la ragazza che dimentica la sua
presenza mentre s'agita tra le sue braccia.
O l'amore, o la collera infantile, o la vanità di una vecchia borghese di
provincia, o la pornografia clericale, o il canto solitario di una cantante
smarriscono dei personaggi dimenticati dentro appartamenti polverosi.
Avranno un bel cercarsi gli uni con gli altri avidamente: non troveranno
altro che immagini parodistiche e si addormenteranno vuoti come degli
specchi.
La ragazza assente e inerte che è appesa alle mie braccia senza sognare non
mi è più estranea della porta o della finestra attraverso cui posso
guardare o passare.
Ritrovo l'indifferenza (che le permette di lasciarmi) quando mi addormento
per incapacità di amare quel che accade.
E' impossibile per lei sapere chi ritrova quando la stringo perché realizza
ostinatamente un intero oblio.
I sistemi planetari che girano nello spazio come rapidi dischi e di cui il
centro si sposta del pari descrivendo un cerchio infinitamente più grande
non si allontanano di continuo dalla loro posizione che per ritornare ad
essa alla fine della loro rotazione.
Il movimento è la figura dell'amore incapace di fermarsi su di un essere in
particolare, passando rapidamente da uno all'altro.
Ma l'oblio che così lo condiziona non è che un sotterfugio della memoria.
Un uomo si alza bruscamente come uno spettro su una bara e si accascia
nello stesso modo.
Si rialza qualche ora dopo poi si accascia di nuovo e così di seguito ogni
giorno: questo grande coito con l'atmosfera celeste è regolato dalla
rotazione terrestre di fronte al sole.
Così, benché il movimento della vita terrestre sia ritmato da questa
rotazione, l'immagine di questo movimento non è la terra che gira ma la
verga che penetra la femmina e ne esce quasi del tutto per rientrarvi.
L'amore e la vita appaiono singoli sulla terra solo perché tutto vi è
frantumato da vibrazioni di ampiezza e durata diverse.
Tuttavia non c'è vibrazione che non sia congiunta con un continuo movimento
circolare, come sulla locomotiva che viaggia sulla superficie della terra,
immagine della continua metamorfosi.
Gli esseri non muoiono che per nascere alla maniera di falli che escono dal
corpo per entrarvi.
Le piante si innalzano in direzione del sole e si accasciano in direzione
del suolo.
Gli alberi innalzano sul suolo terrestre una quantità innumerevole di
verghe fiorite drizzate verso il cielo.
Gli alberi che si slanciano con forza finiscono inceneriti dalla folgore o
abbattuti, o sradicati. Tornati al suolo, essi si rialzano di nuovo con
un'altra forma.
Ma il loro coito polimorfo è funzione della rotazione terrestre uniforme.
L'immagine più semplice della vita organica unita alla rotazione è la
marea.
Dal movimento del mare, coito uniforme della terra con la luna, deriva il
coito polimorfo e organico della terra con il sole.
Ma la prima forma dell'amore solare è una nuvola che si innalza sopra
l'elemento liquido.
La nuvola erotica talvolta diventa uragano e ricade sulla terra sotto forma
di pioggia mentre la folgore lacera gli strati dell'atmosfera.
La pioggia risorge subito sotto forma di pianta immobile.
La vita animale proviene interamente dal movimento dei mari e, all'interno
dei corpi, la vita continua a tirar fuori acqua salata.
Il mare ha così svolto il ruolo dell'organo femminile che diventa liquido
sotto l'eccitazione della verga.
Il mare si masturba continuamente.
Gli elementi solidi contenuti e mescolati dall'acqua animata da un
movimento erotico ne schizzano fuori sotto forma di pesci volanti.
L'erezione e il sole scandalizzano quanto il cadavere e l'oscurità delle
cantine.
I vegetali si volgono tutti verso il sole e, al contrario, gli esseri
umani, benché siano falloidi, come gli alberi, in contrasto con gli altri
animali, ne distolgono necessariamente gli occhi.
Gli occhi umani non sopportano né il sole, né il coito, né il cadavere, né
l'oscurità, ma con differenti reazioni.
Quando ho il viso iniettato di sangue, diventa rosso e osceno.
Tradisce allo stesso tempo, con i suoi riflessi morbosi, l'erezione
sanguinante e una sete impellente d'impudicizia e di dissolutezza
criminale.
Così io non temo di affermare che il mio viso è uno scandalo e che le mie
passioni non sono espresse che dal JÉSUVE (1).
Il globo terrestre è ricoperto di vulcani che gli servono da ano.
Benché questo globo non mangi niente, esso tuttavia rigetta fuori il
contenuto delle sue viscere.
Questo contenuto scaturisce con fracasso e ricade scorrendo lungo le
pendici del Jésuve, spargendo dappertutto la morte e il terrore.
In effetti, i movimenti erotici del suolo non sono fecondi come quelli
delle acque ma molto più rapidi.
A volte la terra si masturba freneticamente e tutto sulla sua superficie
crolla.
Jésuve è così l'immagine del movimento erotico che per rottura da alle idee
contenute nello spirito la forza di un'eruzione scandalosa.
Quelli in cui si accumula la forza eruttiva sono necessariamente situati in
basso.
Gli operai comunisti appaiono ai borghesi così laidi e sporchi quanto le
parti sessuali e pelose o parti basse: presto o tardi ne seguirà una
eruzione scandalosa durante la quale le teste asessuate e nobili dei
borghesi saranno tagliate.
Disastri, le rivoluzioni e i vulcani non fanno l'amore con gli astri.
Le deflagrazioni erotiche rivoluzionarie e vulcaniche sono in antagonismo
col cielo.
Così come gli amori violenti, si metteranno in rotta di collisione con la
fecondità.
Alla fecondità celeste si oppongono i disastri terrestri, immagine
dell'amore senza condizioni, erezione senza sfogo e senza regole, scandalo
e terrore.
E' così che l'amore esclama nella mia gola: io sono il Jésuve,
immonda parodia del sole torrido e accecante.
Io desidero essere sgozzato mentre stupro la ragazza a cui avrò potuto
dire: tu sei la notte.
Il Sole ama esclusivamente la Notte e indirizza alla terra la sua violenza
luminosa, verga ignobile, ma si trova nell'incapacità di raggiungere lo
sguardo o la notte benché le distese terrestri notturne si orientino di
continuo verso l'immondizia del raggio solare.
L' anello solare è l'ano intatto del suo corpo diciottenne a cui
niente di così accecante può essere paragonato ad eccezione del sole,
sebbene l'ano sia la notte.
(trad. G. Cerrai - 2017)
Si hanno sempre dei dubbi, traducendo Bataille, come altri. Chi è, oggi, che usa la
parola ano, tanto per dirne uno? Certo, con l'uso quotidiano e
contemporaneo del linguaggio verrebbe da tradurre culo, o buco del culo, il
buco del culo del sole. Ma Bataille non scrive cul, come avrebbe
potuto fare. Lo stesso per coitare, accoppiarsi, verga ecc. La scelta,
quindi, è conservativa, con buona pace di quelli che amano fornire il paté
ai borghesi.
(1) Ho scelto di non tradurre Jésuve. Non è una parola, né un
semplice neologismo. E' un concetto, assai sfaccettato, e innanzitutto il
titolo di uno scritto di Bataille del 1930, pubblicato postumo. Probabile
fusione di je (io) e Vésuve (Vesuvio) secondo alcuni commentatori, o di
Jésus e Vésuve secondo altri, tende a sincretizzare e a farsi simbolo di
"un soggetto reale, vulcanico, esplosivo, sempre in eccesso in rapporto a
sé stesso" (Juliette Feyel), interpretazione che per la verità a me pare
riduttiva. Altri (es. Camille Dumoulié) invece rimandano a concetti
nietzschiani, che certo il Bataille filosofo rielabora, di soggetti
dionisiaci o "furiosi" o "vulcanici" che proprio Bataille o Artaud
incarnano. Altri ancora, specie di formazione lacaniana, vedono nel termine
una dialettica Eros/Thanatos (èrotos), pianto e riso, crocifissione
(dolore) e effusione lavica, orgasmica del godimento erotico e sessuale,
anche scatologico. E se tuttavia pensiamo a quanto possa apparire apollinea
l'esclamazione di Bataille "IO SONO IL SOLE", mi pare che al centro della
sua poetica rimanga una dionisiaca vulcanica eruzione dell'io.