Sul ramo di ciliegio
i fiori hanno il capo bianco
in aprile, ho il veleno in bocca.
La morte ha un sapore.
Quand’è amara, si è soli come cani
con i vicini di letto, agrodolce.
i fiori hanno il capo bianco
in aprile, ho il veleno in bocca.
La morte ha un sapore.
Quand’è amara, si è soli come cani
con i vicini di letto, agrodolce.
Fai quello che devi fare.
Chi ha detto che c’è tempo
è uno sporco bugiardo, una spia.
Il nostro aguzzino
ha il vestito da lavoro.
Più sei stanco, meno pensi.
Oggi si fa qualcosa per noi.
Uno sguardo al signore del bar
un sorriso ai bambini.
Prendimi la mano.
Seduti sul muretto a contare
i frutti sopra le nostre teste.
Ho sete, fammi bere.
Riempimi la bocca, ho fame.
Leggiamo, c’è quella parola che scalda.
È ora di dormire. Tienimi.
***
Arrivano tutti insieme i pensieri, quelli neri.
La luce del giorno non è servita.
La luce del giorno non è servita.
Ti guardano. Sembra che dicano – Vediamo che sai fare.
Li ho sempre guardati negli occhi i pensieri neri.
Loro non hanno paura, mai un accenno di pudore.
Mentre conto, li sgrano tra le dita.
Un rosario. La preghiera dei pensieri veri.
Ognuno di loro vuole farsi notare e dicono – Prendi me.
Sono seduta, è presto e non voglio prendere in mano la bacchetta.
Non voglio decidere il movimento.
***
Taglio il letto a metà con il mio metro sottile da sarta
e senza fare rumore sul fianco sinistro divento
una zeta nera minuscola, un incastro mancato
io, che cerco sempre quello perfetto
conto gli animali e i piccoli insetti
cado nelle loro tane nere
centimetri di terra secca e minuscole ossa
gocce da bere nel mio sacco per l’inverno
io, che non posso vivere senza numeri
allungo la mano nell’idea che tutto è vicino
riempio il vuoto del mio fianco sinistro.
e senza fare rumore sul fianco sinistro divento
una zeta nera minuscola, un incastro mancato
io, che cerco sempre quello perfetto
conto gli animali e i piccoli insetti
cado nelle loro tane nere
centimetri di terra secca e minuscole ossa
gocce da bere nel mio sacco per l’inverno
io, che non posso vivere senza numeri
allungo la mano nell’idea che tutto è vicino
riempio il vuoto del mio fianco sinistro.
***
La sera canto alla mia bambina
non lasciarmi non lasciarmi non
un sussurro non
shhh
e prega con le manine bianche prega
sulla panca della chiesa
bianca, mano
prega di stare nella sera dormi nel
palmo della mano
la sera, guarda
mentre dormo e gioco non
ho smesso mai
giuro.
senza la paura non so chi sono
gioco in punta di piedi sul bordo
padre madre, tu che sei
una punizione severa
– lo dice anche Bataille –
la bambina cade dalle tue mani
sente male, è il gioco
***
Certe mattine le cose ti cadono addosso.
Arriva il treno, mi sposta i capelli.
La casa trema, mi passa sopra.
Predilige la pancia.
Avanti e indietro il ferro delle ruote.
Avevo ragione a sentirlo entrare,
non mi sbaglio quasi mai.
Poi tocca a qualcos’altro,
prendiamo i piedi.
Sono pesanti e ordinano alle gambe di stare
immobili e dritte come in una riga militare.
Chi comanda sul serio, qui,
in questo esercito impazzito.
Senza la paura non so chi sono.
La pancia è brutta da guardare, io lo so già,
calva e sbiadita come i volti dei suoi cadaveri.
Questa notte non so dove sono andata.
Ho chiesto al n. 29 del mio palazzo ma nessuno sa nulla.
Devo aver fatto tanta strada, sono così stanca.
È il primo luglio e si gela.
Suonano continuamente gli allarmi.
Cerco di tenerli a bada con le mani.
Ho voglia di dormire, per favore.
Fatemi dormire.
Arriva il treno, mi sposta i capelli.
La casa trema, mi passa sopra.
Predilige la pancia.
Avanti e indietro il ferro delle ruote.
Avevo ragione a sentirlo entrare,
non mi sbaglio quasi mai.
Poi tocca a qualcos’altro,
prendiamo i piedi.
Sono pesanti e ordinano alle gambe di stare
immobili e dritte come in una riga militare.
Chi comanda sul serio, qui,
in questo esercito impazzito.
Senza la paura non so chi sono.
La pancia è brutta da guardare, io lo so già,
calva e sbiadita come i volti dei suoi cadaveri.
Questa notte non so dove sono andata.
Ho chiesto al n. 29 del mio palazzo ma nessuno sa nulla.
Devo aver fatto tanta strada, sono così stanca.
È il primo luglio e si gela.
Suonano continuamente gli allarmi.
Cerco di tenerli a bada con le mani.
Ho voglia di dormire, per favore.
Fatemi dormire.
***
Ho perso il filo che ho nascosto in tasca
tutto è diventato freddo e verticale come le bestie appese nei macelli
tutto è diventato freddo e verticale come le bestie appese nei macelli
il loro cuore non è diverso dal mio, è una goccia che cade verso il
basso
mi avevano detto di non viaggiare sola, di non confondere le stagioni
e i fiori
stringere tre volte i nodi quasi a soffocarli
dimmelo ancora fino alla morte
se ne sono andati tutti dal mio ventre, il cibo che mi hai dato dalla
bocca
lo fa sembrare una piccola gola di uccello
la notte fa un verso strano che nemmeno io conosco
padre, siedi davanti a me, tocca i piedi con le ginocchia
sulla pancia accarezzo il tuo capo, nel petto hai l’utero che ti ho
dato.
***
Quando nulla ti è dovuto e non sai come
conosci il cerchio nero che ti assedia chiedi
quale strano progetto ha preso i tuoi occhi
per riempirli di colore giallo ocra e rosso
conosci il cerchio nero che ti assedia chiedi
quale strano progetto ha preso i tuoi occhi
per riempirli di colore giallo ocra e rosso
senti il passo della libella lo sfregare delle antenne
la resa in volo desiderio del maschio sul filo d’erba
e l’aria che sposta la curva il segmento che unisce
trovarsi dal nulla negli occhi del nostro calvo inverno.
***
Ascolta padre gli occhi negli occhi del padre
non puoi sbagliare le parole verranno semplici
i piedi bianchi e nudi leggeri alla tua bocca
con petali parola bianchi che usciranno
dalla tua bocca padre, si poseranno sui miei occhi
rosso stanco, sporcali di giallo ocra e il verde
della libella sul filo d’erba si guarda nell’acqua
gioca nei cerchi scolorano i tuoi occhi.
non puoi sbagliare le parole verranno semplici
i piedi bianchi e nudi leggeri alla tua bocca
con petali parola bianchi che usciranno
dalla tua bocca padre, si poseranno sui miei occhi
rosso stanco, sporcali di giallo ocra e il verde
della libella sul filo d’erba si guarda nell’acqua
gioca nei cerchi scolorano i tuoi occhi.