L' ipermercato è un luogo di aggregazione
raccomandato dal governo per via dell'aria condizionata
infatti i vecchietti lo frequentano con applicazione accanita
dove Giovanni conduce il carrello e riconosce Gabriella
a causa degli occhi terrestri e fuggitivi
dove Gabriella conduce il carrello e riconosce Giovanni
a causa degli occhi terrestri e ancora più fuggitivi,
fortuna che l' ipermercato presenta passaggi di servitù
colonne ordinate di barattoli e cartoni colorati verso l'uscita
nella notte serena per l'ultima disperazione.
raccomandato dal governo per via dell'aria condizionata
infatti i vecchietti lo frequentano con applicazione accanita
dove Giovanni conduce il carrello e riconosce Gabriella
a causa degli occhi terrestri e fuggitivi
dove Gabriella conduce il carrello e riconosce Giovanni
a causa degli occhi terrestri e ancora più fuggitivi,
fortuna che l' ipermercato presenta passaggi di servitù
colonne ordinate di barattoli e cartoni colorati verso l'uscita
nella notte serena per l'ultima disperazione.
struggicuore
Il maschio occupa ogni notte la stessa tana,
prepara cucinati precotti, sprofonda
nella fossa delle marianne, nel triangolo
delle bermude della memoria disfatta.
Quanto era bella, opaca contro il sole,
la femmina della specie odorosa d'albume,
come saporito il tuorlo sanguinoso
deposto nelle tende, quando appariva.
Il maschio occupa ogni notte la stessa tana,
prepara cucinati precotti, sprofonda
nella fossa delle marianne, nel triangolo
delle bermude della memoria disfatta.
Quanto era bella, opaca contro il sole,
la femmina della specie odorosa d'albume,
come saporito il tuorlo sanguinoso
deposto nelle tende, quando appariva.
Hamelin
Dove sono le nacchere?, mi aspettavo
una musica ritmica, tacchi di ballerina
andalusa, un agitare di ventagli
aperti e chiusi sopra la sfinge del viso.
Tutto, ma non questo suono di piffero
acuto, continuo sulla savana fiorita
e deserta, voce di cellulare che chiama
e io non rispondo, dove sono le nacchere?, io
non rispondo fino a quando, fino a quando.
Dove sono le nacchere?, mi aspettavo
una musica ritmica, tacchi di ballerina
andalusa, un agitare di ventagli
aperti e chiusi sopra la sfinge del viso.
Tutto, ma non questo suono di piffero
acuto, continuo sulla savana fiorita
e deserta, voce di cellulare che chiama
e io non rispondo, dove sono le nacchere?, io
non rispondo fino a quando, fino a quando.
Giulio II interroga l'immagine introiettata di Papa Borgia
Giudeo, marrano e circonciso
io questo ti dico perché te lo meriti
tu tessitore mediocre di tele domestiche
con tutti i tuoi figli bastardini e cupi
per quanto Lucrezia me la sarei fatta volentieri
non fosse la voce che fosse il suo letto sanguinoso
non fosse che si è ammonacata per una vergognosa penitenza
non fosse che io sono il servo dei servi di Dio
io che sono uno santo cattolico e per giunta apostolico
io che sono soprattutto indiscutibilmente romano
io che sono pastore di spada e di pennello
voglio vedere un altro governare i pittori toscani
dire a Buonarroti fai presto perché ho tante cose da fare
voglio vedere un altro prendere Bologna a cannonate
perché non ci sono santi
la parola è alta la parola è forte la parola è una bella cosa
però ci abbisogna un luogo donde pronunciarla
sostegno di mercanzia
oculate investiture vescovili e cardinalizie
senza contare l'apporto della milizia svizzera
formidabile ma purtroppo molto ma molto dispendiosa.
Europa 1348
È bionda la campagna a mezzogiorno
il sole di Provenza la distende.
Laura si bagna nella chiara fonte
sollevando la veste alla caviglia.
Compone una ghirlanda di capelli
biondi alla nuca perché il vento magro
assalti finemente le sue spalle.
La bambina la guarda dalla sponda,
pensa che sarà grande e avrà le poppe
gonfie di miele e l' inguine rovente.
Laura riposa nella chiusa stanza.
Ripete a mente il frammento volgare
del timido alpinista che l'ha scorta
mentre al fiume dimostra le sue forme.
Il poeta che viene d'oltremonte
potrebbe usare un approccio più scaltro.
Dorme il marito sul lato mancino
e Laura con le reni lo sormonta.
Un ratto nero quatto sulla madia
guarda la notte con occhio turchino.
ascolta bene
Mia timidezza, quasi un peccato
di malaffare, subìto o fatto, sottile
di lama fra cuore e costato, coatto
quanto basta perché l'anima dica cosa ci posso
fare, avarizia, alibi terrestre
che conta trenta denari (e l'ala
riflessa sul campo di grano è l'ombra velocissima
dell'albatros, dell'aeroplano?): ascolta
bene, datti un poco da fare, mia timidezza
d'amore o trincea, pavone diurno, indotta
o caratteriale (l'ombra d'albatros ha odore di fosco
mare): resisti, ancella purpurea o disfatta
rosa, rocca di parte guelfa o ghibellina
scoscesa, ultima difesa, medicina.
non tutte le alleanze sono facilmente comprensibili
Una voce potente come di tromba che diceva:
prendi tutte le tue mogli le concubine le cameriere stagionali
prendi anche i tuoi libri la stufa da campo il telefonino
congeda i figli con tutte le loro spettanze
raggiungi così temperato e leggero la valle dell'azimut
tu non sai dove sia ma dovunque ti fermi lei ti appartiene.
Una voce aguzza come di cetra che diceva:
bene, adesso che sei arrivato drizza la tenda
uccidi la colomba la pecora il bue la moglie più vecchia
lo so che ti piange il cuore ma un minimo sacrificio è necessario
aspetta così temperato e leggero che azimut ti trafigga
con tutta la sua lucentezza la sua spaventosa lungimiranza.