Wojciech Bonowicz - Mare aperto, Incerti Editori 2012, a cura di Leonardo Masi
Uscita nel 2006, Mare aperto è la quarta raccolta poetica di Wojciech Bonowicz (1967). [...]. Mare aperto è a oggi la silloge di Bonowicz che ha avuto in Polonia maggiori riconoscimenti, fra i quali il Premio Gdynia, e lo stesso autore la considera un punto di svolta della sua carriera. Dopo di essa si è cominciato a parlare di Bonowicz come di un nuovo esponente della poesia religiosa. Pur non negando il proprio interesse per la teologia (del resto nel 2001 pubblicò una fortunata monografia su Józef Tischner, brillante prete filosofo morto l'anno precedente) l'autore prendeva però al contempo le distanze da una poesia il cui fine fosse quello di inserirsi in una tradizione, quella della poesia religiosa, pur molto fortunata in Polonia. La ricerca del poeta è rivolta piuttosto verso una lingua adeguata a parlare delle faccende che gli stanno a cuore. C'è la religione, certo, ma prima di essa, in questo libro magistralmente costruito, viene il tema della scrittura, con una serie di componimenti autotematici. Se in queste poesie cerchiamo risposte, troveremo soltanto ulteriori domande: Bonowicz crea continuamente situazioni ambivalenti, le sue storie sono piuttosto delle epifanie. Esemplare è il testo che dà il titolo alla raccolta: abbiamo da un lato una situazione molto chiara, presa dal quotidiano, e però d'altra parte restano tanti elementi inspiegati. Tutto questo avviene in soli tre versi, più un titolo che aggiunge mistero al mistero. Abbiamo un quadro, ma non sappiamo cosa avviene fuori dalla cornice. E poesie come Cronaca o Canti storici parlano forse di attualità? O di altri tempi e di altri luoghi? Tutte le risposte sono plausibili, perché lo spazio e il tempo in cui si muovono questi testi sono quelli dell'archetipo. Si noti, infine, che Wojciech Bonowicz è nato a Oswiécim, la cittadina presso il campo di sterminio nazista che ai più è noto col nome tedesco di Auschwitz. In un'intervista il poeta ha detto: "Solo dopo l'uscita di Mare aperto ho cominciato a parlare di Auschwitz, che è un tema col quale mi misuro da sempre. Sono cresciuto all'ombra del campo di sterminio. La consapevolezza che questo è accaduto così vicino ti segna per tutta la vita. [...] Prima avevo paura a parlarne, non volevo che le mie poesie fossero lette solo in quest'ottica: ecco un altro poeta del dopo-Auschwitz! Ora non ho più paura". (dalla postfazione di Leonardo Masi)