Lunedì, 18 ottobre 2010
Mi scrive Luigi Di Ruscio: "Mi permetto di spedire qu este poesie, spero che sia di suo gradimento, Luigi Di Ruscio". In queste poche parole c'è molto di Di Ruscio, del suo fondamento umanistico e in senso ampio "colto" di fare poesia, del suo essere "appartato" (che è un luogo comune) e anche purtroppo ancora troppo "occultato", come scrisse una volta Antonio Porta. Insomma, se mi si passa l'ossimoro, un "poeta contemporaneo d'altri tempi". E tuttavia per altri versi Di Ruscio è un poeta noto alla cerchia, di lui hanno scritto molti importanti autori in varie occasioni (v. qui), ma rimane uno di quelli che meriterebbero un approccio critico sistematico. Chi volesse saperne di più può visitare il suo sito www.diruscio.it, o navigare un pò in internet. Ma rimane fondamentale la lettura, il "contatto fisico" dei suoi testi, numerosi. Consiglierei intanto per cominciare di leggere l'ebook "Iscrizioni", pubblicato a suo tempo da Biagio Cepollaro (scaricabile da qui) Sei poesie da “L’iddio ridente”, prefazione Stefano Verdino, edizioni Zona
8 per un inverno intero una vespa fu il nostro unico animale domestico per nutrirla bastò una goccia di acqua e zucchero alla settimana con la primavera sparì per sempre per abbeverarsi in uno zuccherificio infinito ed oggi per passare dalla zona d’ombra alla luce è bastato un passo solo
15 con la fine degli umani i grattacieli si copriranno improvvisamente di licheni spumosi gli asfalti inizieranno fioriture che richiameranno gli insetti più luminosi nessun gatto rischierà di venire castrato e nell’universo rimarrà lo splendente ricordo di essersi visto con l’occhio umano
18 essendo il tutto scaturito dal ventre d’Iddio alla fine dei tempi il tutto ritornerà nel suo ventre niente andrà perduto tutto sarà gioiosamente salvato
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per potersi vedere
alla fine l’universo
creò l’occhio umano
"sta zitto scemo"
ed ecco che ricevo un improvviso
schiaffo da parte di mia madre
però insisto con le buffonate
li ricordo tutti gli schiaffi sonanti
che mi somministrava mia madre
tutte le scempiaggini erano inutilmente punite
tutto quello che facevo era punito
resistere a qualsiasi costo
a volte riuscivo ad evitare
gli schiaffi di mia madre
e la mano di mamma volava
come volesse ghermire l’aria
e il sottoscritto rimane in vita
nonostante tutta la sua irresponsabilità
ormai sono diventato un personaggio immaginario
immerso in realtà non certo immaginarie
e per evitare gli schiaffi di mia madre
riuscivo a saltare dalla finestra
e mi ritrovavo incolume
la speranza andava mostrata subito inutile tenerla nascosta per paura che venisse derubata sostenerla con versi blasfemi o sferici e alla fine delle composizioni come sbattendo il coperchio di una cassa da morto per chiudere tutto
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