avessimo – immaginavo -
la speranza segreta dei bambini:
risvegliarsi un mattino
col solo obbligo di vivere
col coraggio dei pastelli
col futuro di un foglio bianco
e di uccelli ventosi
tornare indietro interrompendo
il gioco o risarcire
ferite pur profonde cattiverie
con piccola blandizie.
Avessimo il diritto al ritorno
appena prima del limite dell’innocenza
sull’orlo d’una giornata improvvida
il semplice gesto che cancella
il dolore
ripristina l’amore sigilla
in questo sempre il sempre
che è nostro. Potessimo
salvare il salvabile
come alla fine d’un giorno
di vacanza
chiudere ridendo i cassetti
capire che siamo cresciuti
e forse che essenza dell’agire
è un rimediabile errore...