E' uscita una mia plaquette (Camera di condizionamento operante, L'Arca Felice, Salerno 2009, collana Coincidenze), con prefazione di Mario Fresa e illustrazioni di Roberto Matarazzo, che ringrazio per la loro gentile attenzione. Più che di una silloge si tratta in realtà di uno smilzo poemetto in cui la situazione dei rapporti, tra persone ma anche tra riti sociali, prende atto del fatto che nessuno può agire senza essere a sua volta agito, o condizionato, come avviene appunto sperimentalmente in una camera di Skinner. Si verifica in altre parole "l’interdizione e la confutazione di ogni speranza possibile", come dice acutamente Mario Fresa. E' questo il limite della libertà, o dell'espressione, limite temo invalicabile, come era, da un punto di vista più "sociale" e foucaultiano, in un altro poemetto, "Sinossi dei licheni" (v. qui). Tuttavia ritengo che una speranza in realtà esista, almeno finchè faremo un tentativo di definire poeticamente il nostro esistere.
Pubblico qui di seguito uno dei testi (*):
L’acume di che parli si spinge
oltre le braccia incrociate
in spazi indifendibili, oltre
i nodi delle piante puntute,
i confini proprietari dei giardini.
Risponde per me il merlo
beffeggiatore 1
fugge a innocui rumori,
divaga, irride
a falsi movimenti
colti appena dalla fòvea gialla.
L’acume, come
un notturno metallico
che trapassa il timpano,
spinge ancora più lontano
chi fugge,
con il gorgoglìo acquoreo
di chi affonda,
le spalle voltando alla superficie.
Il ferro delle parole non giunge,
non giunge implorazione
né blandizie.
Lacrime allargano cerchi senz’eco
su quella stessa superficie,
come mine di profondità
pietose.
1 W. Faulkner, La paga dei soldati: in realtà F., nelle sue magnifiche descrizioni d’ambiente, parla di un tordo beffeggiatore (Mimus polyglottus, engl: mockingbird) e non di un merlo
Illustrazione: E. Hopper, Room in New York, 1932
(*) Un altro testo è stato pubblicato da Antonio Spagnuolo sul suo blog PoetryWavedream (v. qui). Ringrazio anche Antonio