Mauro Ferrari - La vista di Braies
La ragazzetta о giovane signora
non so dire tanto di lei poco vidi
all'alba tarda al lago incastonato
fondissimo di Braies - immobile
al bordo dell'acqua sul sentiero
che lontano forse svaniva fra gli abeti
la ragazzetta о giovane signora
immobile eternamente lì
- tanto pareva attenta e attonita
sul nulla incomprensibile
al passare dei turisti
- sull'obbiettivo della macchina
о forse sul fondale cui puntava
per quali non so dire apparizioni
-nessuno chiese e lei nulla disse -
a lei dedico i versi
emersi in una stanza dove nulla
- eccetto qui, su questa pagina
ma solo come macchia oscura -
potrebbe mai balzare su dal fondo
trota iridea о tronco anni sommerso
che improvviso chissà come e su che ordine
lento ritorna
e si fa ancora
naturalmente
ramo albero foresta
a Braies
(inedito)
Simone Lago - Giardinaggio
II mio giardino ha una connessione cablata col mondo:
ne conosce gli spasmi le trasduzioni interne, s'interessa
delle falde e di questioni alluvionali, pure arcaiche
quando sfoglia le lamelle degli scisti.
Ma sa farsi calpestare e sostiene minime insolenze, tipo
una pioggia più scarsa un clima più arso, un filo
di cromo esavalente dai modi compiacenti.
Il mio giardino sta sommerso per metà
nell'asfalto ed è lambito lungo un lato dall'orlo
di uno scavo industriale. Però non si lamenta,
e sotto sotto se la ride perché ha radici
ad alta velocità e dai modi neuronali
a diffusione capillare.
Non so però se la sua rete buchi pure il pavimento
dell'amministrazione comunale, se sappia
-attraverso sensori di sbraitamento i
nuovi intenti in fatto di permessi e concessioni,
di interventi trasformisti.
*
Mentre gli do da bere gli faccio capire
che dovrà smetterla coi pansé e prepararsi
ai travi, ai clisteri d'acque nere e acque bianche.
Gli ho consigliato pure l'alternativa wireless
per tenere i contatti con le zolle dei vicini.
(Tratta da: Faranews n° 81)
Leonardo Mancino - Calma e notte
Calma e notte
Viaggio dentro la casa che viaggia
È qualcosa che sale quando ti lascio carta
Qualcuno che scrive dopo aver smesso di scrivere ormai
Fino alla notte fino alla vita
finché si fece inverno
Questi anni mi si attaccarono addosso come cicatrici
Un rasoio dal taglio profondo
A voi parlo dal sangue soffocato della conserva del corpo
Grigio e senza sogno
Dovevo avere qualcosa di cattivo dentro di me
Che è peggiorato sempre più in questa vita
Con tutti i suoi giorni appesi ad una fine solitària
Perché il niente divenne tanto
Un occhio nevoso cade sopra il mio sonno
e questo mio sé che prende
solo nebbia
Questo mio sé e il mio sé
Non è niente dissi
Ho solo inciampato sulla mia morte
Nella stanza rotola qualcosa di orrendo
Fino alla notte e alla vita
E l'assenza di me da me
Che gettai dalla finestra
E mi siedo in tutte le albe usate dai poeti
II corpo a brandelli e brandelli la testa
Un occhio della bambola Uno solo di plastica
Uno strumento a corde morto
(Inedito)
Salvatore Ritrovato - La terra
II tempo che copre queste cime fa un manto di leggero muschio
e oblio; lascia segni radi ma caldi in cespugli e gravi
salite su da un freddo ingorgo di bui e cavi passaggi
in prati morsi dove il mare respira l'odore isolato
di sotterranei paesaggi.
Qui la terra decaduta ancora cade in perenne
permuta con un giardino di mele,
cede alle minacce, spinge, sveìle
da sé non fiori ma avide primavere
ne spegne il seme nel ventre e nelle vene
allagate di rare passioni lo perde.
La terra insegna alla mia mano, alla mia mente
suoi ostaggi a muoversi lentamente
all'occhio a notare differenze insperate
lontane dal suo cervello
ali 'orecchio le parole cadute sotto torri
di pietre e abbandonate radure
al corpo l'opportunità di comprendere
anno per anno quello che non fu, non era
un transito di voli ma un passaggio al confine
tra me e l'inverno, il silenzio e niente.
10 ottobre 2006
(Tratta dalla raccolta inedita Ecloghe)
Vicino alle nubi sulla montagna crollata, antologia a cura di Enrico Cerquiglini e Luca Ariano - Campanotto Editore 2008