Venerdì, 28 settembre 2007
neanche l’acido degli schermi
la sabbia assuefatta la distanza
di antipodi il grigio dopo pasto
l’ignavia le macchie della storia
le parole gratuite l’effimero
delle effemeridi il profitto
anonimo della morte
gli opposti equilibristi
l’impotentia cogendi dei pasciuti
il legno il piombo la saliva
le lacrime di bronzo
neanche il sangue stesso il rosso
su rosso su rosso
tramortisce il rosso ne vira
lo spettro all’invisibile.
Esso permane:
nell’iride nei drappi fluttuanti
al vento riflesso nella pioggia
cammina sull’acqua scalzo
come un cristo rosso
Lunedì, 24 settembre 2007
Il corpo è molto presente nella poesia del lungo Novecento, quello che non finisce mai, tanto lungo che letterariamente parlando non abbiamo la minima percezione di essere nel terzo millennio. Corpo non solo scritto, ma anche, come dire, vissuto. Se facessimo una statistica delle ricorrenze in poesia della parola "corpo" rimaremmo, ne sono sicuro, stupiti. Non solo in Italia naturalmente, mi viene in mente Bernard Noel ad esempio. Del resto, che c'è di più contemporaneo del corpo? Oggetto esibito, oggetto di consumo, veicolo commerciale, ludus e insieme res nullius, target di violenza deprivato di qualsiasi sacralità, corpus con pochi "habeas", terreno di scontro politico. Questo vuol dire che l'anima ha smesso di ammorbare i nostri climi letterari, come ebbe a dire una volta un critico? Ma certo che no. Il fatto è che, per quanto lo si voglia connotare in maniera nuova o originale, per noi poeti il corpo rimane una membrana osmotica tra il fuori, l'esterno, il mondo e quella parte di noi, sia essa l'anima o qualcos'altro, che tenta di interpretare il sensibile e l'ultrasensibile. E a volte anche prigione - "Corpo, ludibrio grigio / con le tue scarlatte voglie, / fino a quando mi imprigionerai?" (Merini) - di una psiche limitata nella sua volontà di progettare/proiettare e incapace a liberarsi.
Continua a leggere "Stefano Lorefice - L'esperienza della pioggia"
Venerdì, 21 settembre 2007
A causa di un attacco di spam piuttosto fastidioso potrei essere costretto a chiudere i commenti. Nel caso succedesse, è sempre possibile comunicare usando l'indirizzo email reperibile al link "Informazioni generali". Intanto vi rimando a un vecchio post abbastanza divertente intitolato appunto SPAM, che trovate qui
Mercoledì, 19 settembre 2007
Ripubblico un post su Paola Lovisolo che era stato messo "in sonno", per ragioni editoriali, su richiesta dell'autrice. I relativi commenti risalgono alla data della prima pubblicazione.
NOTA AUTOBIOGRAFICA
paola lovisolo vive da un po' di anni, per la precisione dal millenovecentosessantasei. non è ancora morta ma suggerirà ai posteri appena ne avrà voglia di recitare esattamente così ovviamente previo avvenuta morte:
paola lovisolo muore da un po' di anni, per la precisione dal [spazio in bianco].
storia? non troppo da adulta, ad un certo punto - punto di ricamo tra felicità e lutti - ricamo non ancora elaborato - non è più riuscita a starsi dietro così ha incominciato a scrivere e a costruirsi una bolla per metterci dentro la vita. oggi potrebbe chiedersi se sarebbe potuto essere il contrario - scambiare le bolle, dico - ma non se lo domanda più, perchè lo scambio di quelle due fragilità (o priorità?), lei invecchiando, è diventato sempre meno desiderabile e soprattutto assolutamente inutile.
Continua a leggere "Paola Lovisolo - Cinque testi inediti"
Giovedì, 13 settembre 2007
La Gru, mi dice l'amico Davide Nota, rinasce. Ne sono felice, meglio una rivista in più che una in meno, in questa palude che lui stesso e i suoi compagni denunciano. Una rivista con un programma impegnativo e con riferimenti culturali da far tremare i polsi, da Gramsci a Pasolini, da La Voce a Officina. Non so se La Gru corrisponda a quella linea locale, marchigiana o meno, di cui abbiamo già parlato con Davide su questo blog, ma spero vivamente (e ho ragione di credere) che corrisponda ad una linea editoriale. L'elenco dei redattori e dei collaboratori mi sembra offra ampie garanzie. La seguiremo con attenzione.
Ne approfitto per qualche piccola considerazione su nascita morte e risurrezione al tempo della rete.
Che ci sia un'araba fenice (che invece è una gru) risorgente dalla proprie ceneri è un fatto positivo, tanto più che le ceneri, da quel che è dato capire, erano più di tipo per così dire ambientale che ideologico e programmatico e culturale (e basta leggere sia la raccolta dei numeri usciti fino alla sospensione, sia l'antologia "Scorie contemporanee" per farsene una consistente idea)
La rete (è di questa che si parla) è un ambiente mutevole. Me ne accorgo quando faccio una revisione dei miei link. Ci sono anche sparizioni, più o meno dichiarate. Ciminiera, ad esempio, di Davoli, Del Sarto e altri, che pure aveva una sua poetica (trovo ancora interessante e niente affatto superato, ad esempio, un articolo/editoriale - se volete lo trovate qui - in cui si sosteneva la ricerca di un io non passivamente lirico, che parte dal vissuto e dall'esperienza per rivelare un senso del mondo più universale e quindi di tutti). Oppure Scritti inediti, sito davvero ben fatto, che dopo sei anni di attività, si è congedato con un malinconico "arrivederci ragazzi", e non sappiamo se questo arrivederci è l'annuncio di una nuova fenice. O anche Pseudolo, attento a linguaggi anche non verbali o di confine (l'ultimo "numero" era dedicato all'osceno), che dopo due anni di inattività non esiste più nemmeno come pagina fantasma. Oppure ancora L'Attenzione, iniziativa con una proposta forte e ideologicamente connotata nata intorno a un nucleo di poeti e intellettuali di rilievo, che ritiene di doversi dare, come nelle relazioni amorose, una pausa di riflessione a tempo, per ora, indeterminato. Ci sono poi blog che chiudono i battenti o chiudono i commenti, con scelte che vanno da "io non ritengo di dovermi più esprimere in questa forma" a "io mi esprimo, dico la mia, e non mi interessa il dibattito o la vostra opinione", con tutte le sfumature intermedie. Il che potrebbe testimoniare a favore della non necessità della critica, ma anche di un ripiegamento verso aree sempre più private del fare cultura, oppure ancora del bisogno di una "sospensione del flusso. o di (altre, e intermittenti) scritture, laterali rispetto al flusso" (M.Giovenale, v. qui)
Continua a leggere "Gru, fenici e altre apparizioni"
Venerdì, 7 settembre 2007
troppo tempo a imparare le orme.
Bivacchi dimenticati altri indizi
di alfabeti estinti.
Riportare al senso volute
di fumo
lapsus
omesse fonazioni.
Tracce nell’aria,
e l’impressione
di una prossimità
incomprensibile
alla preda, all’orlo sfrangiato
che divide chi insegue
da chi è inseguito,
nell’oscuro.
Non esiste confine.
Solo c’è da attendere
il saldo della stanchezza
il cedere del corpo
allo spossesso.
Disimparare le piste,
perdere coscienza,
affondare i denti
nell’occhio del primo sole
indifferente.
Lunedì, 3 settembre 2007
"Parole per il nuovo anno": "Tradizione e talento individuale” di T. S. Eliot
di Geoffrey G. O'Brien (*)
La memoria rigetta e dissecca
Un ammasso di cose distorte;
Un ramo curvo sopra la spiaggia
Tutto consunto e polito
Come se il mondo portasse in superficie
Il segreto del suo scheletro,
Rigido e bianco.
“Rapsodia su una notte ventosa”
...c’è solo un momento
Trascurato, il momento dentro e fuori del tempo,
L’attimo di distrazione, perso in un raggio di sole,
Il timo selvatico non visto, o il lampeggiare dell’inverno
O la cascata, o musica così profondamente ascoltata
Che non è udita affatto, ma tu sei la musica
Finché la musica perdura.
“The Dry Salvages”
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