Giovedì, 10 gennaio 2008
Torniamo alla poesia, un testo breve e essenziale di Carlos Drummond de Andrade che sembra sostenere la tesi, di cui si discuteva con un'amica in questi giorni (v. commenti al post del 31 dicembre), di una poesia che "arriva", sorge, che risponde ad una forza urgente rispetto alla quale il poeta è un medium che ne viene attraversato (e qui, addirittura, il poeta si descrive in una situazione quasi zen di non desiderio, di non sofferenza, di silenzio e sospensione in cui la poesia "agisce"). Ma Drummond de Andrade è tutt'altro che poeta "sorgivo", è anzi intellettuale complesso attento ai cambiamenti della storia, pessimista e ironico, umano e erotico, classico e moderno insieme.
La traduzione inedita è di Alessandra Sciacca Banti.
La poesia che arrivò
Domenica io non desidero
Non soffro in questa vita
Il mondo si è fermato
D’improvviso
Gli uomini hanno taciuto
Domenica eterna.
La mano scrive una poesia
Non sa che cosa scrive
Si fermerebbe
Se sapesse.
Poema que aconteceu
Nenhum desejo neste domingo
nenhum problema nesta vida
o mundo parou de repente
os homens ficaram calados
domingo sem fim nem começo.
A mão que escreve este poema
não sabe o que está escrevendo
mas é possível que se soubesse
nem ligasse.
Carlos Drummond de Andrade nasce a Itabira do Mato Dentro, in Minas Gerais, sud est del Brasile, il 31 Ottobre del 1902. E´ il nono figlio del fazendeiro Carlos de Paula Andrade e di Dona Julieta Augusta Drummond de Andrade. Compie gli studi elementari e medi a Belo Horizonte. Nel 1918, diviene alunno del collegio gesuita Anchieta a Nova Friburgo, da cui viene espulso l'anno successivo per "insubordinazione mentale". Scrive i suoi primi versi.
Nel 1920, si trasferisce con la famiglia a Belo Horizonte. Pubblica i suoi primi scritti sul giornale Diario de Minas. Inizia a conoscere e a frequentare altri intellettuali della città. Nel 1923, si iscrive alla Scuola di Farmacia e Odontologia. Inizia una corrispondenza con il poeta Manuel Bandeira, dichiarandogli la propria ammirazione. Nel 1925, si sposa con Dolores Dutra de Morais. Conclude il corso di Farmacia, ma decide di non dedicarsi alla professione. Insegna portoghese e geografia.
Nel 1927, nasce suo figlio Carlos Flavio, che muore dopo poche ore per complicazioni respiratorie. Nel 1928 nasce sua figlia Maria Julieta, che diverrà la compagna e la confidente di tutta la vita. Nel 1928, pubblica su rivista il poema "No meio do caminho", che causa uno scandalo enorme. Collabora con quotidiani e riviste. Nel 1930, esce il suo primo libro, la raccolta di versi "Alguma poesia". Sono cinquecento copie, pagate dall'autore, pubblicate con il marchio editoriale immaginario Edizioni Pindorama.
Pubblica, negli anni successivi, sempre a proprie spese, le raccolte di versi "Brejo das Almas" (1934) e "Sentimento do mundo" (1940). Nel 1942, la Livraria José Olympio Editora pubblica "Poesias". Traduce dal francese Francois Mauriac. Nel 1945 esce, per la José Olympio, "A rosa do povo". Seguono, negli anni successivi, numerose altre raccolte di poesie, tra cui "Claro enigma" (1951), "Viola do bolso"(1952), "josé e outros"(1967), "Esquecer para lembrar"(1979). Continua,in parallelo, anche la sua attività di traduttore, e quella di cronista. Si accumulano le traduzioni all'estero dei suo lavori e i premi ricevuti in patria.
Il 5 Agosto 1987, muore, a Rio de Janeiro, sua figlia Maria Julieta. Dodici giorni dopo, a 84 anni, per problemi cardiaci, anche il poeta si spegne. Sono sepolti assieme nel cimitero di San Giovanni Battista.
Tra le sue opera tradotte in italiano segnaliamo: "Sentimento del mondo", traduzione di Antonio Tabucchi (Einaudi, 1987, attualmente fuori catalogo); "Un chiaro enigma", traduzione di Fernanda Toriello (Stampa Puglia, 1990); "La visita", traduzione di Luciana Stegagno Picchio (Scheiwiller, 1996); Racconti plausibili, traduzione di Alessandra Ravatti (Fahrenheit, 1996); L'amore naturale, tradotto anch'esso da Fernanda Toriello (L'Adriatica, 1997).
Alessandra Sciacca Banti è nata a Pisa nel 1972. Laureata in Lettere moderne all’Università di Pisa con una tesi sulla tragedia italiana nel Rinascimento, è esperta in italiano scritto e docente di Laboratorio di Scrittura Critica Italiana per il Corso di Laurea in Letterature Europee per l'editoria e la Produzione Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Università di Pisa. Lettrice appassionata, scrive versi e racconti, ama il teatro e il cinema. Conosce il portoghese e lo spagnolo e studia la letteratura latinoamericana. Conduce un interessante blog di letteratura e critica (v. link a lato)
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