Federico Batini era in evidenza tra gli autori del mio defunto sito “I Fogli nel cassetto”, e questo è uno dei motivi, per quanto possa apparire marginale, di maggiore affezione da parte mia. Ho detto marginale perché in effetti il curriculum di Federico è impressionante, se guardato rispetto a quella lontana esperienza. Fitta è infatti la sua attività di studioso non solo di meccanismi letterari, ma anche di scienze della formazione, dell’apprendimento e pedagogiche. Ma Batini è anche un poeta, in maniera non meno sostanziale e non meno rilevante, per quanto lo conosca, rispetto ai suoi altri interessi. Del resto, la poesia quando c’è affiora sempre, come un’emergenza., e anche il testo qui presente lo dimostra: il quotidiano è sostanziale e apparente nello stesso tempo, motivo d’analisi di sé stessi e del mondo, il personale è riflessione e autoironia, il tono a volte minimalista non nasconde certo la padronanza semantica e del linguaggio poetico, anzi c’è una consapevolezza tutta postmoderna (o surmoderna, per dirla con Marc Augé) in esso. Insomma, leggere per credere… Links: www.narrazioni.it