e la scelta
tra un segnale e un simbolo si fa
anche soltanto tacendo:
il corpo parla da sé,
le ginocchia le scale
molte volte al giorno
il capo chino, l’abbraccio
tra luce ed ombra
tra dentro e fuori
e occhi destini vite
condivisi, sguardi
che lustrano cose vecchie
collezionate a lungo…
che vuol dire?:
l’uscio chiuso senza una parola,
il mucchio di vestiti,
solitari nel canto della camera,
gli orari sconnessi
come un trucco di carte
e il giorno falsificato
trovando qualcosa da fare
altrove …
che vuol dire?:
le volute di fumo
le voci della tv
un indistinto rumore di fondo
e gli spazi gli spazi
che sembrano sempre troppo
pieni…
i muri sbadigliano la fame
d’aria, lo scirocchetto
che attraversa la casa
cerca di voltare le pagine…